21enne graffitaro italiano arrestato a Davos in Svizzera

scritte sui muri

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Preda dei graffitari italiani anche le città turistiche Estere. A finire in manette è stato un imbrattatore italiano di 21 anni che è stato arrestato dalla polizia nella notte tra sabato e domenica a Davos. Il giovane aveva appena deturpato le facciate di numerose abitazioni.
Il fermo è stato reso possibile grazie a indicazioni della popolazione. Il 21enne ha poi confessato di aver imbrattato circa 20 case. I danni ammontano a diverse migliaia di franchi.
Lo "sprayer" è stato beccato sul fatto, dopo che verso le 02:30 un gestore di un bar aveva osservato della vernice fresca sulla facciata del suo immobile. Poco dopo le forze dell'ordine sono riuscite ad acciuffarlo. Secondo Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ci troviamo davanti a uno dei gesti "censurabili" più diffusi al mondo: gli atti vandalici con l'imbrattamento delle facciate delle case e dei muri con scritte, simboli, graffiti, scarabocchi. Una grande esibizione di cafonaggine di un giovane italiano in un paese come la Svizzera, spesso associato alle regole dell'etichetta. Se si pensa che questi atti di vandalismo sono un fenomeno che reca notevole disagio ai malcapitati proprietari, non solo in termini economici ma anche di stress emotivo. Non bisogna dimenticare che coloro che compiono tali azioni, anche se spinti da un momento di debolezza, sono perseguibili penalmente. In un Paese dove per salvaguardare il decoro urbano dall'imbecillità e l'inciviltà è previsto come valido rimedio l'arresto.

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