Addensante per dolci richiamato per ossido di etilene
Non si ferma il richiamo di prodotti per contaminazione da ossido di etilene. Il ministero della Salute segnala richiamo preparato addensante per dolci. Possibile presenza nella farina di semi di carrube
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A più riprese in questo agosto lo “Sportello dei Diritti” ha pubblicato il richiamo di prodotti per l’ossido di etilene ritrovato in diversi alimenti di note marche vendute in alcune delle più grandi catene di supermercati, e ritirati dal Ministero della Salute: da prodotti dolciari a salati, l’elenco è lungo. E’ notizia di oggi che il ministero della Salute ha pubblicato l’avviso di richiamo precauzionale di alcuni lotti di preparato addensante per dolci L’Ov a marchio Molino Rossetto per la “possibile presenza di tracce di Ossido di Etilene nell’ingrediente farina di semi di carrube”. Il prodotto in questione è venduto in astucci da 22,5 grammi, contenenti tre buste da 7,5 grammi l’una, con i numeri di lotto L21 061, L20 267, L20 181 e L20 163, e i termini minimi di conservazione (Tmc) 02/07/2022, 23/01/2022, 29/10/2021 e 11/10/2021.Il preparato richiamato è stato prodotto dall’azienda Molino Rossetto Spa nello stabilimento di via San Fausto, 98 a Pontelongo in provincia di Padova. A scopo precauzionale, si raccomanda di non utilizzare il prodotto con i numeri di lotto e i termini minimi di conservazione segnalati e restituirlo al punto vendita d’acquisto, dove sarà rimborsato. L’ossido di etilene è di fatto un gas utilizzato per disinfettare e sterilizzare, usato ad esempio anche nelle sale operatorie degli ospedali. In passato era sfruttato anche nell’industria alimentare come battericida e antimicotico per sterilizzare quei prodotti che si sarebbero deteriorati con le alte temperature e per la decontaminazione di silos e magazzini in cui venivano conservati gli alimenti prima di essersi immessi nel mercato. In Europa questa sostanza è vietata da un po’ perché inserita nell’elenco di quelle cancerogene e tossiche. Ma questo non succede in tutti i Paesi. Proprio perché contenuta in alimenti prodotti fuori dall’Europa, sta capitando sempre più spesso di trovarla in cibi che arrivano anche sulle nostre tavole. L’ossido di etilene è pericoloso, anche perché ad oggi non sono ancora perfettamente note le sue conseguenze, sia nel breve che nel lungo termine. Secondo gli esperti, può provocare un largo spettro di sintomi con un’esposizione di alcuni minuti, come mal di testa e convulsioni, e addirittura ictus e coma per periodi più prolungati. Può inoltre irritare le vie respiratorie, provocando versamenti di liquidi. Un’esposizione cronica può causare problemi alla vista. In laboratorio è stato dimostrato che può favorire tumori al fegato e danni all’apparato riproduttivo, mettendo a rischio anche la fertilità e le gravidanze. Da diverso tempo i Paesi europei stanno affrontando il problema dei richiami relativi all’ossido di etilene dopo che la sostanza è stata rilevata in un additivo alimentare utilizzato in una vasta gamma di prodotti. A lanciare per primo l’allarme nel settembre 2020 è stato il Belgio, dopo la scoperta di ossido di etilene nei prodotti provenienti dall’India contenenti semi di sesamo. Questi richiami stanno continuando ancora, con migliaia di prodotti, anche biologici, con date di lunga durata come cereali, cioccolato, biscotti, pane, cracker, spezie e bagel. La sostanza è stata recentemente trovata anche nei semi di carrube, usato come agente addensante o stabilizzante. Il ritiro dal mercato di tutti i prodotti contenenti farina di semi di carrube contaminato da ossido di etilene, anche in quantità minime, evidenzia Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato deciso dalla Commissione europea, in ottemperanza al principio di precauzione. Nel momento in cui scriviamo si contano poco più di 90 prodotti richiamati tra bevande, burger e sostituti vegetali della panna da cucina, yogurt, prodotti senza glutine, preparati, integratori alimentari, sughi, pasticceria, sorbetti e gelati.