Aereo cargo precipita in Grecia: otto morti
L'aereo in questione, un Antonov An-12, era decollato all'inizio della giornata dalla città serba di Nis e si stava dirigendo verso la capitale giordana Amman. Tutti gli otto occupanti dell'aereo cargo precipitato in Grecia sabato notte sono morti. Le autorità, nel frattempo, sono preoccupate per il rischio di rilascio di fumi tossici e hanno chiesto ai residenti di tenere chiuse porte e finestre e di spegnere l'aria condizionata.
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L'aereo in questione, un Antonov An-12, era decollato all'inizio della giornata dalla città serba di Nis e si stava dirigendo verso la capitale giordana Amman. Secondo quanto riferito, il pilota ha chiesto il permesso per effettuare un atterraggio di emergenza a Kavala, nel nord-est della Grecia, a causa di problemi al motore. L'aereo è poi andato a fuoco nei pressi del villaggio di Paleochori, in una zona disabitata a circa 40 chilometri dall'aeroporto. C'erano otto persone a bordo. Nessuno di loro è sopravvissuto all'incidente. Vari media hanno affermato che l'aereo trasportava armi e/o munizioni per l'Ucraina, in particolare perché i testimoni hanno affermato che diverse esplosioni sono state udite poco dopo l'incidente. Ma il disastro è reso ancora più grave dal carico che trasportava: 11,5 tonnellate di munizioni, destinate al Bangladesh. A comunicarlo, il ministro della difesa serbo BNebojsa Stefanovic, citato dai media greci. Capiamo bene che la situazione è pericolosa per la gente e per l’ambiente, al punto che squadra speciale greca si è recata sul posto, per valutare la possibile tossicità del carico trasportato. Sempre per indagare su una “sostanza bianca” dispersasi nell’aria, da Atene è partita una squadra di 14 persone della Special Interbranch Nuclear Biological Chemical Defense Company di Geetha .. Sul posto si sono inizialmente precipitati i vigili del fuoco e i servizi di emergenza, ma poi si sono ritirati in attesa dell'arrivo di squadre speciali, dopo che due soccorritori hanno dovuto essere trasportati in ospedale per difficoltà respiratorie. A tutti i giornalisti e gli spettatori presenti rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è stato inoltre ordinato di lasciare immediatamente l'area.