Allergene non dichiarato, ministero della Salute segnala richiamo burro Granarolo e Burro del Buon Pascolo per erronea dicitura ‘senza glutine’
Dettagli della notizia
La tutela del consumatore e la sua salute, prima di tutto. Cresce l’attenzione per la sicurezza alimentare ancora di più se ha a che fare con le allergie e con i bambini. Ma prima di occuparci della cottura, dobbiamo occuparci dell'acquisto. È proprio delle ultime ore il nuovo richiamo alimentare pubblicato sul sito Internet ufficiale del Ministero della Salute. Questa volta, il ritiro in via precauzionale del prodotto in questione sarebbe stato predisposto a causa di un potenziale rischio connesso alla presenza di allergeni. In particolare, glutine. Per questo il ministero della Salute, ha diffuso un nuovo allarme alimentare, connesso ad un potenziale rischio per presenza di allergeni. In particolare, di glutine non dichiarato. Le autorità competenti avrebbero, quindi, predisposto l’immediato ritiro in via precauzionale del prodotto in questione. Stando, infatti, a quanto riportato sul sito internet ufficiale del Ministero ad essere sottoposto al richiamo sarebbe un lotto di burro venduto a marchio burro GRANAROLO in confezioni da 1 chilogrammo e lotto Burro del Buon Pascolo in confezioni da 1 chilogrammo e da 250 grammi. Entrambi i formati apparterrebbero, di fatto, al lotto numero 250821 con la data di scadenza 25/08/2021, prodotto dall’azienda Gra-Com Srl, nello stabilimento di via Emilia Est 90/A a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” raccomanda, quindi, ai consumatori di prestare la massima attenzione e di non consumare il prodotto in caso di celiachia o sensibilità al glutine. Qualora il prodotto fosse già stato comprato si suggerisce, se possibile, di restituirlo presso il punto vendita in cui è avvenuto l’acquisto.” invita tutti i celiaci che dovessero aver acquistato il prodotto nel lotto indicato a non consumarlo e a riconsegnarlo al punto vendita che provvederà al rimborso o alla sostituzione. Lo “Sportello dei Diritti” inoltre evidenzia che secondo quanto stabilito da Regolamento Europeo, infatti, a partire dal 13 dicembre 2014, vige l’obbligo di indicare sull’etichetta in maniera chiara ed evidente anche attraverso accorgimenti grafici gli ingredienti che potrebbero provocare una serie di allergie. L’obbligo è valido sia per i prodotti alimentari confezionati, sia per quelli non preconfezionati, preparati all’interno di attività come mense e ristoranti. In caso di mancato rispetto delle norme, è possibile andare incontro a specifiche sanzioni per la violazione delle disposizioni europee. In particolare, l’omessa indicazione degli allergeni prevede ad esempio l’applicazione della sanzione amministrativa pecuniaria equivalente al pagamento di una somma che può variare dai 3.000 ai 24.000 euro.