Anche a Lecce le botteghe artigiane in via d'estinzione, stritolate da imposte e tasse e dal caro affitti

Un fenomeno silenzioso, quasi strisciante.

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Anche a Lecce le botteghe artigiane sono in via d'estinzione. In pochi mesi, per fare un esempio, nel capoluogo hanno chiuso i battenti diversi esercizi dei barbieri, anche quelli che resistevano da decenni.
Colpa della crisi globale, certamente, ma anche del caro – affitti e di un sistema bancario ormai chiuso e sempre meno flessibile.
Per non parlare poi del costo del lavoro, della difficoltà ad assumere apprendisti ed in genere personale e del proporzionale aumento della tassazione negli ultimi anni, sia centrale che degli enti locali, ma, soprattutto, di un sistema economico ultra- consumeristico che ha favorito la grande distribuzione e produzione, a discapito della piccola impresa, e che ha progressivamente allontanato la piccola produzione ed il piccolo commercio al di fuori dei centri urbani sino a quasi cancellarlo.
Una serie di concause che, dovrebbero essere arginate con interventi mirati del Governo centrale ma anche delle Amministrazioni locali che dovrebbero, in questo momento di grave crisi, detassare le attività di quegli artigiani che hanno scelto o che sceglieranno i centri urbani quale loro sede e che contribuiscono, in questo modo a ravvivare il tessuto economico e sociale dei Comuni spogliati dalle antiche tradizioni.
Per queste ragioni il componente nazionale del dipartimento tematico "Tutela Del Consumatore" di Italia dei Valori, Giovanni D'Agata che in primo luogo chiede interventi mirati ed urgenti del Governo a sostegno delle imprese artigiane, propone ai Comuni una generale riduzione o sospensione della tassazione locale nei confronti di quelle aziende che abbiano individuato nel centro urbano la sede della propria attività.
 

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