Asuncion, falso allarme bomba, volo ritarda 2 ore
Protocollo scattato su aereo per Madrid all'aeroporto internazionale della capitale del Paraguay
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La Direzione Nazionale dell'Aeronautica Civile (Dinac) del Paraguay ha riferito che domenica è stata attivato un piano di sicurezza e di emergenza all'aeroporto internazionale Silvio Pettirossi nella città di Luque (periferia di Asuncion). Secondo quanto si è appreso, a far scattare l'allarme sarebbe stata una telefonata anonima dell'esistenza di una bomba su un volo della compagnia aerea "Air Europa", partito dalla città di Cordoba in Argentina, con una sosta a Asuncion, e con destinazione finale a Madrid, Spagna. I passeggeri sono quindi tornati al gate e i bagagli sbarcati mentre immediate le procedure di allarme da parte degli artificieri della polizia e i cani addestrati, che hanno sottoposto ai controlli di bonifica il velivolo per escludere la presenza di esplosivi a bordo, mentre attorno venivano dispiegate le misure di sicurezza. Nuovi controlli anche su bagagli e passeggeri, effettuati anche con l'ausilio di unità cinofile, hanno dato esito negativo. Il volo è poi decollato con quasi due ore di ritardo. Il capo della Dinac, Edgar Melgarejo, in una conferenza stampa, ha riferito che la chiamata è arrivata prima che l'aereo atterrasse sul suolo paraguaiano e che corrispondeva a una voce maschile e ad un numero telefonico dall'Alabama, negli Stati Uniti. Ha aggiunto che dopo lo sbarco a Asuncion, gli agenti delle Forze Speciali (FOPE) del Paraguay hanno trovato una valigia con tracce positive alle analisi degli esplosivi. Il bagaglio è stato rimosso e portato in un'area protetta per l'ispezione. A questo proposito, il responsabile della FOPE, John Arguello, ha riferito che la valigia conteneva all'interno dei minerali di diversi tipi, e dopo l'analisi, è stato stabilito che non costituiva un rischio di esplosione, ma che le tracce di polvere da sparo provenivano da una cava da cui sono stati estratti i minerali. Il bagaglio era di proprietà di un cittadino spagnolo, il quale ha dichiarato di avere raccolto le pietre a La Rioja, in Argentina. Nelle more del piano di sicurezza, il traffico aereo è stato interrotto. Insomma per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, se è pur vero che non bisogna sottovalutare nessun rischio per la popolazione è anche evidente che questi episodi dimostrano che i protocolli di sicurezza adottati a livello nazionale nei singoli paesi e internazionali anche per quanto riguarda i trasporti, non si stiano dimostrando efficaci ed anzi rischiano di amplificare ingiustificatamente la psicosi collettiva che si sta diffondendo in modo incontrollato.