Attacco informatico all’associazione europea dei gestori di energia elettrica.

Non è ancora chiaro il motivo, o l'obiettivo, dell'attacco perpetrato da ignoti, potrebbe essere una preparazione per ulteriori attacchi in futuro. Le società europee responsabili della rete ad alta tensione, si sono dichiarate preoccupate

Attacco informatico all’associazione europea dei gestori di energia elettrica.

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I server degli uffici dell'associazione europea dei gestori di rete dei sistemi di trasmissione di energia elettrica (ENTSO-E) sono stati posti sotto attacco informatico. L'ENTSO-E raccoglie 43 operatori della trasmissione di energia elettrica, meglio noti come Transmission System Operators (TSOs), provenienti da 36 Paesi europei. L'idea è di coordinare tutti i servizi che forniscono energia elettrica ai cittadini europei. Secondo il comunicato rilasciato dall'associazione, è stata effettuata una valutazione di ciò che è accaduto e sono stati predisposti determinati piani di emergenza per ridurre il rischio e l'impatto di eventuali ulteriori attacchi. L'organizzazione ha inoltre voluto sottolineare che la rete colpita non è collegata ad alcun sistema TSO operativo. Tutti i membri sono stati informati immediatamente e la situazione continua ad essere monitorata. La domanda principale rimane ora il motivo di questo attacco. D'altronde è risaputo che i gestori di infrastrutture critiche hanno sistemi di sicurezza con standard molto elevati contro possibili attacchi hacker, e sono in costante dialogo con le autorità federali. Tuttavia, un esperto dell'azienda di sicurezza informatica Dragos, ha spiegato a Cyberscoop che una simile effrazione possa consentire agli hacker di "spiare" l'azienda estraendo informazioni, per saperne di più, e quindi per prepararsi per ulteriori attacchi in futuro. Le varie Società nazionali di rete europee responsabili della gestione, della sicurezza e del potenziamento della rete ad altissima tensione, hanno espresso le proprie preoccupazioni. In ogni caso, un'associazione come l'ENTSO-E è sicuramente un bersaglio interessante per gli hacker. In una situazione simile, nel 2015, il gruppo di hacker russi "Sandworm" ha infatti causato un blackout in Georgia, lasciando a secco 230'000 persone. Attualmente non vi sono indicazioni che i sistemi italiani, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", siano stati o vengano compromessi.

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