Aumento della disuguaglianza: manager strapagati mentre le mense dei poveri e i dormitori sono presi d'assalto

Ma queste storie si dimenticano in fretta, la povera gente ha ben altro a cui pensare, soprattutto in questo periodo. Ritornare a far pagare chi ha una sola casa di proprietà fatta con sacrifici, non mi sembra sinonimo di rigore e di equità sociale.

Attilio Befera

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Il presidente della casa farmaceutica Novartis, Daniel Vasella, è in testa alla classifica dei manager strapagati, che stranamente vede sempre gli stessi nomi ai primi posti. Vasella nell’arco del 2010 in totale è stato stipendiato per 25,4 milioni di franchi(!!!) con una busta paga di “soli” 8 mio(!!!)
Fra i presidenti dei Consigli d’Amministrazione, senza nessuna funzione operativa, il più strapagato è Franz Humer, della casa concorrente Roche, con 10,3 milioni di franchi. Lo tallona con 9 milioni, il presidente di Nestlé, Peter Brabeck.
In cima alla lista dei direttori aziendali si trova Antonio Quintella, di Credit Suisse per l&\#39;America del Nord e del Sud, che l&\#39;anno scorso ha ricevuto in totale 15,6 milioni. Mentre il direttore generale della stessa banca, Brady Dougan, ha guadagnato “solamente” 12,8 milioni di franchi contro i 90 milioni nel 2009.
Il presidente Guarguaglini di Finmeccanica, sotto inchiesta per frode fiscale, si è dimesso, ma avrà una buonuscita di 5 milioni e 600 mila euro, un importo più o meno equivalente allo stipendio annuo che lo stesso presidente percepiva. Provare indignazione è poco, provare a comprendere perché così tanti soldi è del tutto inutile, sono al di sopra di ogni ragionevolezza, ma la lista dei manager pubblici super pagati è così lunga che pronunciare la parola equità non ha più senso.

Manager pubblici super pagati

Fulvio Conti amministratore delegato Enel 2 milioni e 600 mila euro ogni anno, Paolo Scaroni amministratore delegato Eni 4 milioni e 270 mila euro, Giuliano Zuccoli Presidente A2A 1 milione e 700 mila euro, Umberto Quadrino 2 milioni e 500 mila euro, per citarne solo alcuni e per non parlare di manager che operano nel privato.
Ora mi chiedo: ma la riforma, che avrebbe dovuto recare un tetto massimo lordo di stipendio per tutti i manager pubblici che fine ha fatto?
Per essere più precisi; quella che imponeva un tetto di 274 mila euro di stipendio massimo lordo (pari al compenso del primo Presidente della Corte di Cassazione)?

Davanti a questi numeri come si dovrebbero sentire quei milioni di italiani che hanno lavorato per quaranta lunghi anni a cui verrà detto di aspettare ancora qualche anno prima di prendere quella misera e inadeguata pensione per far fronte alla propria vecchiaia?
Guarguaglini ha sicuramente parametri ben diversi di valutazione, infatti ha commentato dicendo: che volete che sia la mia buonuscita se si pensa a Profumo? In effetti Alessandro Profumo lasciando la carica di amministratore delegato di Unicredit ha preso 40 milioni di euro, otto volte tanto.
Alla faccia dell’equità sociale!!!
 

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Attilio Befera

Attilio Befera

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