Balzelli e tasse. Il governo "schiaffeggia" i cittadini nonostante la crisi imperante. Aumentate le marche da bollo sugli atti: la misura fissa dell'imposta passa da 1,81 a 2 euro e da 14,62 a 16 I rincari giustificati con la ricostruzione post-sisma in E

Molti i tipi di atti interessati: dalle fatture, le copie conformi, gli atti notori, estratti di matrimonio, ecc.

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Ci prendono in giro perché da una parte differiscono l&\#39;aumento IVA o l&\#39;IMU e dall&\#39;altra fanno rincarare altre tasse e balzelli nella più bieca tradizione di quei governi che mettono la polvere sotto il tappetino o che peggio nascondono gli aumenti sotto altre voci.

Anche il governa "Letta" si pone, evidentemente, sulla scia di questa consuetudine con l&\#39;aumento, non proprio malcelato, della misura dell’imposta fissa di bollo che interessa una pluralità di atti:

le marche da bollo lievitano da 1,81 a 2 euro e da 14,62 a 16 euro. Gli aumenti, purtroppo sono già a regime poiché sono contenuti nel decreto legge "emergenze".

Questa nuova stretta governativa riguarda, quindi, tantissimi atti e documenti a importo non variabile. Solo per fare qualche esempio, nell&\#39;ordine: le inserzioni, le fatture che contengono importi non assoggettati a Iva e gli estratti conto o altri documenti di accreditamento o addebitamento per somme superiori a euro 77,47. Gli atti rogati o autenticati da notai, estratti o copie conformi all’

originale costano dunque 16 euro a pagine e non più 14,62. Sulla stessa scia le scritture private, atti di notorietà e pubblicazioni di matrimonio.

La scusa degli ennesimi rincari di Stato, nobilissima, é perché servono a finanziare la ricostruzione dopo i terremoti in Emilia e Abruzzo. Ma Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, si chiede se tali aumenti non potevano essere evitati attraverso un&\#39;accelerazione nella messa in atto di alcuni tagli promessi e mai realizzati tipo l&\#39;eliminazione delle province, oppure la rinuncia alle missioni militari o all&\#39;acquisto degli F35, e così via.

Ancora una volta, però, dobbiamo constatare amaramente che a subire sono i cittadini perché gli aumenti in questione vanno a colpire una serie di atti che inevitabilmente rientrano nella vita quotidiana di utenti, professionisti ed imprese.

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