Barocco leccese. Molti monumenti minori in decadenza e a rischio scomparsa. Chi non volle impegnarsi nel riconoscimento da parte dell'Unesco oggi é tra i responsabili dello scempio.

Lo "Sportello dei Diritti" rilancia l'ipotesi di un consorzio fra comuni dell'area salentina

barocco centro storico lecce

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Basta fare un giro per Lecce, capitale ed emblema del Barocco per l&\#39;appunto "leccese", per rendersi conto di un fenomeno che alcuni turisti che, in questi giorni assieme ai tanti che affollano le vie del centro, ci hanno segnalato: molti, troppi monumenti minori, palazzi e immobili privati dell&\#39;epoca d&\#39;oro del Salento, sono a rischio erosione e degrado oggi più che mai nonostante i numerosi recuperi e restauri susseguitisi su tanti di essi, molti effettuati da privati e senza alcun ausilio del "pubblico". Come nel capoluogo salentino, molti altri centri ove sono presenti numerose testimonianze dello stile barocco, non godono migliori fortune, colpa anche dell&\#39;arrogante scelta di alcuni amministratori che quando l&\#39;assessorato al Mediterraneo della Provincia di Lecce allora retto dall&\#39;ex magistrato Carlo Madaro, non vollero aderire all&\#39;iniziativa di consorziarsi per presentare congiuntamente la richiesta di essere inseriti nell&\#39;elenco Unesco dei beni patrimonio dell&\#39;Umanità. Una proposta che sulla falsariga di quanto già accaduto in Sicilia, in particolare nella Val di Noto, vide l&\#39;adesione di numerosi comuni, ma anche il cocciuto disinteresse se non l&\#39;opposizione, forse determinata più da divergenze di colore politico che da valutazioni politiche, di alcuni tra i centri con maggiore concentrazione di monumenti barocchi, su tutti quello di Lecce città, all&\#39;epoca amministrato dalla giunta guidata dall&\#39;ex senatrice Poli Bortone.
Oggi, la situazione attuale in cui versano le architetture barocche, specie quelle cosiddette "minori", spingono lo "Sportello dei Diritti" anche in virtù delle numerose segnalazioni ricevute, a rilanciare la proposta di allora e a unire le forze per ottenere un riconoscimento di caratura mondiale che porterebbe senz&\#39;altro notevoli benefici sia a carattere di immagine a livello internazionale, che in termini di risorse per preservare beni di carattere architettonico - artistico d&\#39;inestimabile valore, ma anche di notoria friabilità e logorabilità per le caratteristiche stesse della pietra con le quali sono realizzate, particolarmente soggetta all&\#39;usura del tempo e degli agenti atmosferici.
L&\#39;appello allora, di Giovanni D&\#39;Agata, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti", é rivolto in particolare all&\#39;ente provincia di Lecce e ai comuni affinché mettano da parte ogni eventuale divergenza ed avviino tutte le procedure necessarie per portare avanti la richiesta di candidatura presso gli enti competenti a partire dal Ministero dei Beni Culturali.
 

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