Boom di ricoveri tra i giovanissimi che consumano marijuana
Un nuovo studio fa luce sui rischi alla salute delle droghe leggere
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Giro di vite degli esperti USA contro la marijuana. Secondo gli ultimi report del sistema di reporting sanitari, il consumo di marijuana avrebbe provocato un netto aumento dei ricoveri ospedalieri tra i giovanissimi negli ultimi anni. A sostenerlo un recente studio dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi. L’analisi, pubblicata giovedì nella rivista Morbidity and Mortality Weekly del ministero della Salute USA, ha esaminato oltre 540.000 incidenti in tutto il Paese in cui persone di età inferiore ai 25 anni sono finite in ospedale a causa della cannabis. Nello specifico, i ricercatori avrebbero accertato la correlazione tra l’uso delle droghe leggere a un aumento complessivo delle visite al pronto soccorso di bambini, adolescenti e giovani adulti tra il 2019 e il 2022. Gli esperti sottolineano come i consumatori di marijuana abbiano maggiori probabilità di finire in ospedale o al pronto soccorso. Spesso non si tratta di una conseguenza diretta del fumo, bensì dell’effetto amplificante che la cannabis ha rispetto a condizioni sottostanti come autolesionismo, tentativi di suicidio e problemi di salute mentale. La Substance Abuse and Mental Health Administration, un’agenzia governativa operante sotto l’egida dei CDC, stima che nel 2021 oltre un americano su cinque di età superiore ai 12 anni abbia fumato sostanze leggere. Nello studio vengono ipotizzate una serie di potenziali spiegazioni dell’aumento dei ricoveri, tra cui l’uso della cannabis come “meccanismo di coping per i fattori di stress legati alla pandemia” e la maggiore accessibilità di articoli con THC altamente concentrato. Una probabile causa dell’impennata di complicazioni potrebbe inoltre derivare dal parallelo incremento del consumo di marijuana commestibile. Per questo motivo, nel giugno del 2022, la Food and Drug Administration statunitense ha emanato un avviso che mette in guardia i ragazzi dall’ingestione accidentale di prodotti contenenti tetraidrocannabinolo (THC), il principio attivo della cannabis. Spesso, infatti, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, i bambini scambiano prodotti commestibili a base di droga per normali snack, sperimentando sintomi come allucinazioni, aumento della frequenza cardiaca e vomito.