Calcioscommesse: il calcio è morto viva il calcio! Non si utilizzi l'immagine e l'innocenza dei bambini come una maschera. Basta minori in campo all'ingresso delle squadre. Nel frattempo lo "Sportello dei Diritti" lancia una campagna sul sito www.sporte
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Gli scandali che coinvolgono il calcio ormai continuativamente da anni, distogliendo l’attenzione degli italiani da problemi ben più importanti, come quelli relativi alla crisi economica ed alle tragedie quotidiane connesse, impongono una seria riflessione da parte di tutti gli addetti ai lavori e di gesti, non solo simbolici, per tentare di rilanciare quello che rimane comunque lo sport nazionale pur dimostrando di essere uno specchietto per le allodole nei momenti difficili della recente storia italiana.
Se il premier ha parlato di una sospensione dei campionati arrivando ad ipotizzare un lungo periodo di stop pari a tre anni in un impeto di verve politica lontana dal suo consuetudinario aplomb da uomo in loden verde, mentre tutti invocano pene esemplari che per quanto significative possano essere non potranno mai risarcire i danni d’immagine nei confronti di un Paese, allora è necessario pensare a soluzioni utili per riaccendere la luce su di un mondo che appare, oggi più che mai a tinte fosche.
Una prima proposta che ritiene possa essere presa in considerazione nell’immediatezza, per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” è quella di una moratoria sull’utilizzo dell’immagine dei bambini, specie all’ingresso delle squadre in campo, perché in un momento del genere, trincerarsi dietro l’innocenza dei minori, appare come un attività puramente strumentale.
Al contempo lo “Sportello dei Diritti” lancia una campagna sul suo sito www.sportellodeidiritti.org dal titolo “Il calcio è malato? Cosa fare per salvarlo?” per chiedere ai tifosi suggerimenti e proposte per rinnovare il mondo del calcio.