Cartelli stradali “antiprostituzione” nei pressi della stazione di Lecce. Va bene la lotta al fenomeno dello sfruttamento, danni d’immagine e perdita di valore immobiliare di un intero quartiere con la pubblicizzazione
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Sono spuntati come funghi i cartelli stradali per il “Contrasto alla prostituzione” nella zona adiacente alla stazione di Lecce, area arcinota ai leccesi per la presenza sui marciapiedi, da tempo immemorabile, di lucciole e transessuali di ogni provenienza. Non si tratta di un’assoluta novità perché tale prassi è mutuata da esperienze di altre realtà urbane ove il problema è ben più radicato è diffuso, ma non è neanche un bel messaggio quello lanciato con la segnaletica in questione da parte di un’amministrazione che governa una città a vocazione turistico – culturale perché la lotta allo sfruttamento della prostituzione non si attua con la pubblicizzazione delle zone in cui il fenomeno si manifesta alla cittadinanza – e ne sono prova gli scarsi risultati manifestati dalla permanenza della problematica anche dopo il posizionamento dei cartelli - , ma con una costante vigilanza sul territorio da parte delle autorità di pubblica sicurezza e una guerra senza confini a tutti quei soggetti ed organizzazioni che utilizzano e segregano donne e transessuali di ogni età per trarne un illecito profitto. Per tali ragioni, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ne auspica la rimozione per l’evidente danno d’immagine alla città e per il concreto rischio di perdita di valore commerciale degli immobili del quartiere.