Cassazione e violenza sessuale, nuovo orientamento: prevede sconto di pena al trentenne che fugge con la tredicenne che si è innamorata sui social
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E' una sentenza destinata a far discutere quella emessa dalla terza sezione penale della Corte di Cassazione in quanto incassa uno sconto di pena per la violenza sessuale il trentenne che fugge con la tredicenne che si è innamorata di lui sui social. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con la sentenza 30943/23 pubblicata oggi, 17 luglio 2023, ha respinto il ricorso della Procura di Palermo. Gli Ermellini, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, hanno spiegato che “In tema di violenza sessuale, ai fini della configurabilità della circostanza attenuante del fatto di minore gravità, prevista dall'art. 609-bis, comma terzo, cod. pen., deve farsi riferimento a una valutazione globale del fatto, nella quale assumono rilievo i mezzi, le modalità esecutive, il grado di coartazione esercitato sulla vittima, le condizioni fisiche e mentali di questa, le caratteristiche psicologiche valutate in relazione all'età, in modo da accertare che la libertà sessuale non sia stata compressa in maniera grave e che non sia stato arrecato alla vittima un danno grave, anche in termini psichici. Ora, precisa la Corte, nel tessuto argomentativo della pronuncia impugnata sono esplicitate dettagliatamente le ragioni per le quali si è ritenuta configurabile la circostanza attenuante di cui all'art. 609 quater, comma 5, cod. pen., considerato quanto emerge in merito non solo alla sussistenza di una relazione sentimentale fra la minore, prossima al compimento dei 14 anni, e l'imputato, ma altresì alla circostanza che fosse stata la ragazza a spingere l'uomo a portarla via da casa e all'assenza di apprezzabili conseguenze psicologiche da parte di costei che si era limitata a dar sfogo al proprio senso di colpa per aver coinvolto il partner in una vicenda dai risvolti penali. Dalla ricostruzione dei fatti effettuata dalla Corte distrettuale risulta, infatti, che a seguito del disappunto esternato dalla madre alla scoperta della relazione a distanza, intrattenuta tramite i social network, tra la figlia e l'imputato, è stata la minore a chiedere a quest'ultimo di raggiungerla da Parigi per portarla via da casa e ad organizzare una fuga, recandosi senza libri, ma con i suoi effetti personali, a scuola dove il prevenuto l'attendeva, avendo perciò agito, come accertato anche dal consulente del Pubblico Ministero, in piena libertà, seppure motivata dalle dinamiche familiari da lei percepite come insostenibili, dalle quali intendeva emanciparsi”.