Coronavirus e incertezza. Lo “Sportello dei Diritti”: stranieri ancor più “spaesati” dall’emergenza.
Decreti e provvedimenti siano tradotti e resi intellegibili a tutti nei principali idiomi
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Gli scenari nel Paese sono a dir poco sconfortanti e gran parte dei cittadini vivono in grande incertezza la situazione d’inevitabile insicurezza che l’emergenza “coronavirus” sta portando. Ma se il susseguirsi di decreti e provvedimenti di autorità centrali e locali crea non poche difficoltà interpretative negli italiani, anche tra i più istruiti, possiamo immaginare le migliaia di cittadini stranieri che non conoscono bene o pochissimo la nostra lingua. Una situazione questa realmente tangibile e visibile nelle strade dove sono ancora tanti, tra i migranti e comunque tra quelli che hanno origini diverse, a circolare in strada pensierosi e a dir poco spaesati. Non vi è dubbio, infatti, che se è vero che gli atti aventi forza di legge e quelli amministrativi devono essere emessi nella lingua nazionale e che non sussiste nessun obbligo normativo a renderli intellegibili alla platea generalizzata di tutti coloro che si trovano nel Nostro Paese, tuttavia, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti", si rende necessaria almeno da parte delle autorità locali un’opera d’informazione e comunicazione a tutte le comunità residenti perché è con la partecipazione e il coinvolgimento immediato anche di queste che nel più breve tempo possibile si potranno ridurre progressivamente le possibilità di contagio e quindi quest’emergenza.