Corte Europea dei diritti dell'Uomo: l'incesto resta un reato.
La Corte Europea dei diritti dell'Uomo ha respinto il ricorso di un 36enne di Lipsia che ha dovuto espiare tre anni e un mese di carcere per una relazione con la sorella, con la quale ha avuto quattro figli. I dati epidemiologici sulla percentuale di casi d'incesto potrebbero essere allarmanti a causa della copertura messa in atto dall'intera famiglia
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La Corte Europea dei diritti umani ha confermato la sentenza della Corte costituzionale tedesca, che ritiene l&\#39;incesto lesivo del diritto fondamentale alla protezione della famiglia. Un divieto di incesto che la corte costituzionale tedesca aveva già confermato nel febbraio del 2008 e riguardava la storia d&\#39;amore tra Patrick e Susan che aveva suscitato scalpore in tutta la Germania.
Il 36enne originario di Lipsia era stato punito dalla legge per avere avuto una relazione incestuosa con la sorella. E l&\#39;incesto in Germania è punito per legge. Tanto che Patrick S. si è già fatto oltre tre anni di prigione.
La storia di Patrick è quella di un uomo che a tre anni viene consegnato in un istituto per minorenni, dopo essere stato abusato sessualmente da suo padre. A sette anni il piccolo Patrick viene adottato da una famiglia. A 24 anni il primo contatto con la sua famiglia naturale, in Sassonia. E&\#39; in quel momento che il giovane conosce sua sorella, di 8 anni più giovane di lui.
Dopo la morte della madre, i due fratelli cominciano a frequentarsi a tal punto che i loro incontri si fanno via via sempre più intimi, fino a diventare una vera e propria relazione amorosa. Nel 2001 la coppia ha il loro primo figlio e nel giro di quattro anni, i figli diventano quattro. Due di essi soffrono di una leggera disabilità.
La prima condanna arriva nel febbraio del 2002.Patrick S. è condannato a un anno di carcere con la condizionale a seguito di una denuncia presentata da suo nonno. Nel corso degli anni successivi si susseguono altre sentenze penali nei confronti di Patrick sulla base del paragrafo 173, comma 2 del codice penale tedesco che vieta le relazioni sessuali tra consanguinei. Nelle relazioni tra fratelli il codice penale prevede una pena fino a due anni di detenzione.
Patrick S. ha dovuto così espiare la sua condanna passando in prigione tre anni e un mese. Il procedimento penale contro la sorella, che soffre di un leggero ritardo mentale, è stato abbandonato.
In Italia i dati epidemiologici esatti sull’incidenza dell’incesto sono difficili da ottenere anche a causa dei tentativi di copertura messi in atto dall’intera famiglia. L’incesto si verifica più comunemente fra padri, patrigni, zii e fratelli più anziani e figlie o figliastre, nipoti e sorelle. L’incidenza più alta della scoperta di comportamenti incestuosi nelle famiglie con basso livello socioeconomico può essere spiegata con la maggiore possibilità di contatto di tali famiglie con assistenti sociali e personale sanitario: sono invece le famiglie economicamente più stabili che tengono nascosto il problema. Il comportamento incestuoso è stato associato ad alcolismo, sovraffollamento, maggiore promiscuità fisica e isolamento rurale.
Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, sottolinea come anche il Codice penale italiano, prevede per l&\#39;incesto la reclusione da 1 a 5 anni. La pena è la reclusione da 2 a 8 anni nel caso di relazione incestuosa”. Il “pubblico scandalo” che è richiesto per la punibilità dell’incesto “va ravvisato nella reazione morale della coscienza pubblica, accompagnata da senso di disgusto e sdegno contro il turpe fatto”. Il “pubblico scandalo” può essere desunto dalla notorietà, dalla gravidanza e dalla filiazione incestuosa, ma anche dagli effetti materiali o da confessione. La pena prevista per tale reato con la Legge 15 febbraio 1996, n. 66 CP sulle norme contro la violenza sessuale è stata aumentata da 5 a 10 anni: costituiscono, infatti, nell’ambito di tale legge, circostanze aggravanti, fra le altre, la violenza compiuta nei confronti di una persona che non ha compiuto i 14 anni o nei confronti di una persona che non ha compiuto i 16 anni, della quale il colpevole sia l’ascendente, il genitore anche adottivo, il tutore (pena aumentata da 6 a 12 anni di reclusione). Il senso innovativo, importante di tale modifica legislativa è, tuttavia, riconoscere l’incesto come un reato contro la persona e non contro la morale, come nella precedente legislazione.la punizione con una pena detentiva sino a tre anni o con una pena pecuniaria.