CRISI CORONAVIRUS: SVOLTA EPOCALE O ACCELERAZIONE DELLA STORIA?

Stiamo andando verso una grande crisi. Da un paio di mesi, da quando il Coronavirus è apparso sulla scena, siamo circondati da affermazioni sensazionali del tipo “il mondo non sarà più lo stesso”, “siamo di fronte ad una sfida secolare, mai vista dal 1945 in poi”, “ce la faremo a vincere la terza guerra mondiale appena iniziata?”.È naturale perciò domandarsi se ci troviamo davvero dentro un momento di svolta radicale della storia moderna, paragonabile a quello degli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Gli anni della Conferenza di Bretton Woods e della nascita delle Nazioni Unite. Ma è anche giusto domandarsi se ciò che ci aspetta non è una rifondazione dell'ordine globale ma una accelerazione dei processi già in atto nella società globale e nelle sue principali componenti da alcuni decenni.Alcuni affermano che la globalizzazione capitalistica è finita e che la crisi inaugurerà una nuova era di cooperazione universale. Altri sostengono che la pandemia partorirà una serie di cambiamenti di regime, la fine dell’Unione Europea, il crollo del libero commercio, il dilagare del nazionalismo e un nuovo sistema internazionale guidato dalla Cina.Altri ancora sperano nell’opposto. Cioè nel declino della leadership cinese in un clima di generale anarchia e rimescolamento delle carte. E non sono pochi quelli che concordano nel fatto che, comunque vadano le cose, l’egemonia americana è terminata.Cercherò di esporre distesamente il mio punto di vista su questi temi in una serie di post successivi. Per adesso, vi anticipo che sono convinto che il mondo che uscirà dalla crisi sarà un mondo riconoscibile, e che essa avrà l’effetto di far precipitare in un arco di tempo ristretto le dinamiche geopolitiche ed economiche già in atto nel capitalismo globale prima del COVID. E che avrebbero richiesto, in sua assenza, svariati anni per svilupparsi e concludersi.