Dichiarazione di Bonn: i ricercatori sentenziano che l'acqua, tra due generazioni non sarà più sufficiente per tutti.
Un appello alle istituzioni per un uso più razionale dell'acqua per evitare la crisi
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L’acqua è un bene comune prezioso che dev’essere risparmiato e tutelato da leggi pubbliche dello Stato e da convenzioni della comunità internazionale perché non è inesauribile e se continuiamo a sfruttarla nei modi che oggi continuiamo a perpetrare arriveremo ad una crisi senza precedenti nella storia.
Non solo i forum dell’acqua che in questi anni si stanno battendo per la difesa dell’acqua pubblica, ma in questi giorni oltre 500 ricercatori di tutto il mondo riuniti a Bonn in una conferenza, hanno lanciato un appello per un uso più razionale dell&\#39;acqua, nella convinzione che sia possibile evitare la crisi.
Una crisi che assomiglia ad uno scenario apocalittico: dirottiamo o arginiamo i fiumi che arrivano in mare quasi vuoti, inquiniamo le falde, usiamo grandi quantità di acqua dolce per sfruttare l&\#39;energia fossile: se continueremo su questa strada, nell&\#39;arco di due generazioni l&\#39;acqua non sarà più sufficiente per la maggior parte dei 9 miliardi di persone che popoleranno la Terra.
Nell&\#39;appello, chiamato &\#39;Dichiarazione di Bonn&\#39;, i ricercatori hanno rilevato che "la crisi dell&\#39;acqua è del tutto evitabile" in quanto è dovuta "solo ad una cattiva gestione di questa risorsa essenziale e insostituibile".
È ovvio ed è sotto gli occhi di tutti, quindi, che l&\#39;attività umana giochi un ruolo centrale nel sistema idrico globale. Innumerevoli azioni errate individuali si sommano e si riflettono su cambiamenti globali. In questo modo, gesto dopo gesto, l&\#39;uomo ha cambiato drasticamente la portata dei fiumi, delle riserve sotterranee d&\#39;acqua, alterato la qualità dell&\#39;acqua e danneggiato gli ecosistemi acquatici.
Con le attuali conoscenze, hanno sottolineato i ricercatori, non è possibile prevedere esattamente quando il limite planetario sarà superato. Se si arriverà a quel punto, secondo gli esperti, "si potrebbero innescare cambiamenti irreversibili con potenziali, catastrofiche conseguenze".
Ma tutto ciò può essere ancora evitato, si legge nella dichiarazione, se si applicano le seguenti 6 raccomandazioni: potenziare la ricerca sul sistema idrico globale; elaborare una sintesi delle attuali conoscenze sul sistema acqua per migliorarne la protezione; formare la prossima generazione di ricercatori specializzati nel settore idrico; intensificare il monitoraggio dell&\#39;acqua; preferire soluzioni basate sulla salvaguardia degli ecosistemi a costosi interventi strutturali; stimolare l&\#39;innovazione nella gestione dell&\#39;acqua.
L&\#39;aumento dell&\#39;approvvigionamento idrico e dei servizi igienico-sanitari hanno dato indubbi benefici per le persone di tutto il mondo, ma ora c&\#39;è un altro bisogno pressante: arrivare a una gestione dell&\#39;acqua basata sul rispetto degli ecosistemi.
Ecco perché lo “Sportello dei Diritti”, nella persona del presidente e fondatore Giovanni D’Agata, rilancia anche in Italia l’appello della &\#39;Dichiarazione di Bonn&\#39; che riteniamo dovrà essere un punto fermo per i governanti del mondo se non si vuole arrivare ad una catastrofe. Al contempo, chiediamo che il nostro parlamento la faccia propria per essere da esempio nel resto del pianeta.