Dipendenti di ONG italiana uccisi in un'imboscata nel sud del Sudan

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Un funzionario locale ha riferito che giovani armati hanno ucciso in un'imboscata operatori umanitari che viaggiano a nord nello stato di Warrap del Sud del Sudan. Le vittime sono un dipendente dell'organizzazione del "Comitato Collaborazione Medica" con sede in Italia. Nello scontro a fuoco sono inoltre rimaste ferite altre due persone,.
Il ministro dell'Informazione dello Stato di Warrap Paul Dhel Gum ha dichiarato che la banda ha ucciso a freddo dopo che i lavoratori avevano consegnato i propri effetti personali. Interpellato al telefono il funzionario dell'ONG italiana, ha risposto dall'ufficio con sede a Juba riferendo che una dichiarazione dettagliata sarà rilasciata in seguito.
Warrap è stata teatro di un'ondata di attacchi da parte di "bande criminali" e dal vicino stato dei Laghi, che hanno approfittato di una governance debole di quella regione.
Il CCM - Comitato Collaborazione Medica è una Organizzazione non governativa fondata nel 1968 da un gruppo di medici torinesi convinti che la salute e l'accesso alle cure di base dovessero essere diritti garantiti anche alle persone più vulnerabili dei paesi più poveri. Ad oggi i medici e gli esperti del CCM sono presenti in Burundi, Etiopia, Kenya, Somalia, Sud Sudan e Uganda. In Africa il CCM:
assicura assistenza sanitaria durante la gravidanza,il parto e l'infanzia;
rafforza gli ospedali, i centri di salute e i dispensari già esistenti, fornendo attrezzature e medicinali;
garantisce l'accesso alle cure, potenziando la rete di servizi sanitari anche nei villaggi più lontani dagli ospedali;
forma il personale locale: medici, infermieri, ostetriche e operatori sanitari;
incontra le comunità locali e promuove semplici strumenti di prevenzione, come ad esempio la zanzariera.
In Italia il CCM favorisce l’accesso ai servizi sanitari di migranti e rifugiati. Realizza campagne di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza e alle scuole. Promuove corsi di formazione per medici e infermieri.
Durante il primo semestre del 2015, osserva Giovanni D'Agata presidente dello “Sportello dei Diritti” si è registrata un’escalation di attacchi nei confronti degli operatori umanitari che stanno operando nel mondo. le organizzazioni umanitarie si stanno confermando come uno dei bersagli prediletti dalle bande armate. Le agenzie del settore individuano nel 2015 l’anno nero per quanto riguarda la sicurezza degli attori umanitari nei vari paesi dove sono presenti. La sicurezza degli operatori del settore è riconosciuta come una preoccupazione imminente. Sicuramente, l’azione umanitaria è uno dei tasselli fondamentali a supporto del processo di transizione democratica del paese. Le organizzazioni umanitarie, però, da sempre in bilico fra la necessità di garantire la sicurezza dei propri dipendenti e il perseguimento del principio di neutralità, rischiano di trovarsi ad affrontare condizioni di sicurezza molto difficili.
 

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