Ebay: stop alle statuette di "Django Unchained" perché potrebbero istigare al razzismo
Schizza alle stelle il valore di quelle già vendute. Anche Ebay ne vieta la vendita
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Ritirate dal commercio le statuette da collezione del film di Quentin Tarantino “Django Unchained” che raffiguravano i protagonisti.
Da pochissimo si è appreso che la The Weinstein Company, infatti, ne ha annunciato il ritiro dal mercato nel tentativo di stemperare qualsiasi polemica sul film, che come è noto ha ricevuto le nomination per cinque Oscar.
La questione nasce dopo che alcune organizzazioni per i diritti civili, tra cui quella del reverendo Al Sharpton, hanno invocato al boicottaggio perché legate alla possibilità di collezionare come vere e proprie icone personaggi estremamente razzisti come il villain Calvin Candie, e a quella di "giocare" su un tema così delicato come quello della schiavitù. Ciò, .nonostante le statuette fossero già consigliate a una utenza sopra i 17 anni.
Questa la dichiarazione della TWC:
“Alla luce della reazione alla messa sul mercato delle statuette di Django Unchained, abbiamo deciso di toglierle dalla distribuzione. Abbiamo il massimo rispetto per il pubblico e non avevamo intenzione di offendere nessuno. Abbiamo creato statuette per qualunque film di Tarantino, incluso Bastardi senza Gloria, e così le abbiamo prodotte anche per Django Unchained. Sono indirizzate a un pubblico sopra i 17 anni, lo stesso del film”.
Il ritiro dal mercato ha ovviamente fatto salire alle stelle il valore delle statuette già commercializzate: si parla di mille dollari per il set completo su eBay che però avrebbe annunciato lo stop delle vendite sul proprio portale di aste on line.
Per Giovanni D&\#39;Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", una decisione apprezzabile quella delle società in questione anche perché troppo spesso si assiste a processi emulativi influenzati anche dal merchandising che si scatena introno ai film più cult del momento. Anche perché il tema del razzismo e della schiavitù sono questioni troppo serie per correre il rischio di essere messe in gioco a scopo ludico e ricreativo.