Epidemia di listeria da surgelati, 47 casi in Europa. Vietata la commercializzazione di verdure di un’azienda agricola ungherese.

Aumentano i prodotti ritirati dal mercato: diverse le marche coinvolte nell'operazione precauzionale che riguarda mais e verdure Ma finché i prodotti contaminati sono ancora nei congelatori dei consumatori possono ancora emergere nuovi casi. L’UE lancia l’allerta ed invita i consumatori a seguire alcune semplici regole per evitare il contagio

  • Categoria: Notizie
  • Data: 07.07.18
  • | |
Epidemia di listeria da surgelati, 47 casi in Europa. Vietata la commercializzazione di verdure di un’azienda agricola ungherese.

Dettagli della notizia

Il mais e probabilmente altri ortaggi e verdure surgelati prodotti in un'azienda in Ungheria sono la possibile fonte di un focolaio di Listeria che dal 2015 ha provocato 47 casi, tra cui 9 morti in 5 paesi europei, ovvero Austria, Danimarca, Finlandia, Svezia e Regno Unito. Ma, «nonostante il ritiro del prodotto ordinato dall'Ungheria, nuovi casi potrebbero ancora emergere». Infatti, diverse le marche coinvolte nell'operazione precauzionale che riguarda mais e verdure. In Austria, a finire nel mirino sono i prodotti di marchio Penny, venduti nell'omonima catena di supermercati, in particolare i mix di verdure messicane, fritte, borgognona e balcaniche. In Germania il mix di verdure Freshona Gemüsemix e il mais dolce da un chilo venduto dai supermercati Lidl. Nel Regno Unito, dove due persone lo scorso anno sono morte per listeriosi, 43 prodotti a base di mais dolce sono stati ritirati dal principale fornitore di supermercati Greenyard Frozen UK. Tra quelli colpiti, riporta la BBC online «i prodotti a marchio proprio di Tesco, Aldi e Sainsbury».A lanciare l’allerta alimentare, sono il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) e l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) con un comunicato apparso sul sito ufficiale di quest’ultimo ente. Il 29 giugno 2018, l'Ufficio ungherese per la sicurezza della catena alimentare ha vietato la commercializzazione di tutte le verdure surgelate prodotte dalla società tra agosto 2016 e giugno 2018 e ne ha ordinato il ritiro immediato. «Ma finché i prodotti contaminati sono ancora sul mercato e nei congelatori dei consumatori possono ancora emergere nuovi casi», si legge nella valutazione aggiornata del rischio, tanto più che il lungo periodo di incubazione della listeriosi è molto lungo (fino a 70 giorni). Per ridurre il rischio di infezione da Listeria monocytogenes, l'ECDC e l'EFSA raccomandano «ai consumatori di cucinare a fondo le verdure surgelate non pronte al consumo, anche se tali prodotti vengono normalmente consumati senza cottura (ad esempio in insalate e frullati). Ciò vale soprattutto per i consumatori a più alto rischio di contrarre la listeriosi come anziani, donne in gravidanza, neonati e adulti con basse difese immunitarie». Inizialmente si pensava che la fonte di cibo incriminato fosse limitata al mais congelato, ma il sequenziamento dell'intero genoma ha trovato ceppi del pericoloso batterio in altre verdure surgelate prodotte dall'azienda nel 2016, 2017 e 2018, persistiti nell'impianto di lavorazione nonostante le procedure di pulizia e disinfezione. Listeria è una famiglia di batteri composta da dieci specie. Una di queste, Listeria monocytogenes, causa la listeriosi, una malattia che colpisce l'uomo e gli animali. Seppur rara, ricorda l'Efsa sul suo sito, la listeriosi è spesso grave, con elevati tassi di ricovero ospedaliero e mortalità. Nell'UE sono stati segnalati circa 1470 casi nell'uomo nel 2011, con un tasso di mortalità del 12,7%. La Listeria si ritrova nel terreno, nelle piante e nelle acque. Anche gli animali, tra cui bovini, ovini e caprini, possono essere portatori del batterio. Ovviamente la nostra associazione monitorerà gli aggiornamenti che dovessero arrivare dalle autorità sanitarie e che si occupano di sicurezza alimentare a livello europeo, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, per informare i consumatori italiani se eventuali partite degli stessi prodotti siano state commercializzate anche in Italia.

Immagini della notizia

Documenti e link

X