Fondatore di un sito internet condannato per offese all’Islam. La condanna: 10 anni di carcere, mille frustrate e una multa di 270mila euro. Il controllo sui social network sta diventando una pratica sempre più diffusa nei paesi musulmani
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Il fondatore della "Rete liberale saudita", Raef Badaui, è stato condannato oggi a dieci anni di carcere e a mille frustate per "oltraggio all'Islam". Lo ha reso noto la presidente di questa rete Suad Shammari. Il militante, arrestato nel giugno 2012, dovrà anche pagare una multa equivalente a circa 270.000 euro. La condanna del giovane blogger sta riaprendo l'eterno dibattito sull'estremismo religioso dei governi di ispirazione musulmana e sui limiti alle libertà individuali imposti dai dettami dell'Islam.
Sul suo sito ora chiuso dalle autorità, Raef Badaui aveva "criticato la polizia religiosa e alcuni comportamenti ed editti religiosi (fatwa) degli ulema" (religiosi islamici). L'Arabia Saudita applica una versione ultra-rigorosa dell'islam, i vertici religiosi sono molto potenti e la polizia religiosa controlla il rispetto della morale islamica. Un gruppo su Facebook sta addirittura chiedendo la sua esecuzione.
Per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", questo tipo di monitoraggio sui social network e i conseguenti arresti stanno diventando una pratica sempre più diffusa nei paesi musulmani. I proprietari degli internet cafè sono costretti a controllare l'attività online dei loro clienti e allertare gli agenti dell'intelligence se individuano qualcosa che possa andare in qualche modo contro l'Islam. Intanto in Syria, Facebook è stato totalmente bandito.