Formaggio a latte crudo Morbier DOP a rischio Escherichia coli richiamato dal commercio
La decisione del ministero della Salute: il problema per la salute umana sono le tossine che possono causare una grave forma di diarrea emorragica
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Il ministero della Salute ha annunciato sul portale del dicastero dedicato agli “Avvisi di sicurezza e ai Richiami di prodotti alimentari da parte degli operatori”, il richiamo precauzionale di tutti i lotti del formaggio a latte crudo Morbier DOP, stagionato 45 giorni, a marchio Jean Perrin. Il motivo indicato sull’avviso di richiamo è la sospetta presenza di Escherichia coli STEC. Il provvedimento di richiamo del prodotto in questione, di origine francese, riguarda tutti i lotti e tutte le scadenze del formaggio venduto in fette sottovuoto da 125 grammi e in forme da 6,5 kg. Per i clienti che hanno preso una forma piccola, fare attenzione alla grafica rossa e gialla sulla superficie. Il motivo è la sospetta presenza di E. Coli Stec a seguito di un caso di SEU (Sindrome emolitico uremica). La formaggeria SA Perrin-Vermot (marchio di identificazione FR 25 155 001 CE) con stabilimento attivo all’indirizzo 18 Zone Artisanale, a Cléron, in Francia, ha prodotto il formaggio a latte crudo richiamato. A scopo precauzionale, Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, raccomanda i possessori a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita per il rimborso. Cos’è l’Escherichia coli? Escherichia coli è un germe il cui habitat naturale è l’intestino dell’uomo e di altri animali. Alcuni ceppi definiti “produttori di Shiga-Tossina” o “verocitotossici” (STEC o VTEC), sono in grado di produrre tossine pericolose per la salute umana, inducendo una grave forma di diarrea emorragica, crampi addominali, nausea, vomito e febbre. Generalmente, questa infezione guarisce da sola entro pochi giorni. Nei casi più gravi, comunque, potrebbe essere necessario il ricovero in ospedale per una cura a base di antibiotici. I bovini rappresentano il più importante serbatoio naturale di STEC, frequentemente presenti anche in altri ruminanti domestici e selvatici (pecore, capre, cervi, caprioli, ecc), spesso senza causare alcun sintomo di malattia evidente.