Germania: primo decesso per morbillo, il primo dal 2015
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Dal mese di gennaio 2017 è stato registrato un preoccupante aumento del numero di casi di morbillo in Italia. Ora il caso di una donna che è morta la scorsa settimana ad Essen in Germania, a causa di questa malattia anche se era vaccinata, deve fare alzare il livello di guardia, per garantire la piena realizzazione degli obiettivi del recente Piano nazionale di prevenzione vaccinale e per riguadagnare rapidamente le coperture vaccinali che si sono abbassate pericolosamente nel corso degli ultimi anni. Il caso tedesco è stato segnalato oggi dall'Ufficio federale della sanità pubblica. Era dal 2015 che ciò non avveniva in Germania. La donna è deceduta in un reparto di terapia intensiva a causa di problemi polmonari. Secondo il direttore dell'azienda sanitaria di Essen, Rainer Kundt, da bambina le era stata somministrata una sola dose del vaccino contro il morbillo (senza cioè il richiamo), in linea con le raccomandazioni valide allora. Ciò evidentemente non è stato sufficiente, ha aggiunto Kundt. Fino a metà maggio in Nordreno-Vestfalia (la regione di Essen) si sono ammalate di morbillo 381 persone. Nell'intero 2016 i casi erano stati 28. Kundt ha lanciato un appello ai cittadini a verificare le vaccinazioni fatte e ha invitato i nati dopo il 1970, che da bambini non sono stati vaccinati o non hanno fatto il richiamo, a sottoporsi al vaccino contro morbillo, parotite e rosolia. Il nuovo caso,rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dimostra quanto sia importate estirpare il morbillo in Italia. Molte persone non sono vaccinate contro questa malattia per motivi di salute o non hanno sviluppano una protezione adeguata malgrado la vaccinazione. In Italia a fronte degli 844 casi di morbillo segnalati nel 2016, dall’inizio dell’anno sono già stati registrati più di 700 casi, con un incremento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui si erano verificati 220 casi, di oltre il 230%. La maggior parte dei casi sono stati segnalati da sole quattro Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Più della la metà dei casi rientra nella fascia di età 15-39 anni. Sono stati notificati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari.