GIOVANNI E IO. In prima linea con Falcone contro Andreotti, Cosa nostra e la mafia di Stato
Il contributo del Prof. Arlacchi al trentesimo anniversario della strage di Capaci consiste in un racconto – testimonianza – riflessione, scritto in prima persona, sulla amicizia e collaborazione con Giovanni Falcone. Un’esperienza che ha segnato la vita del Professore, della quale parla per la prima volta.
Dettagli della notizia
TRENT’ANNI DOPO CAPACI,
UNO STRAORDINARIO FACCIA A FACCIA
CON GIOVANNI FALCONE.
IL RACCONTO ESCLUSIVO DI UNA GRANDE AMICIZIA
E DI UNA LUNGA COLLABORAZIONE
NELLA LOTTA CONTRO LA MAFIA
“Potrei fare a meno di molte persone
ma mai di Pino Arlacchi.”
Giovanni Falcone
“I miei giorni si sono intrecciati
con quelli di un uomo eccezionale,
pieno di vita, che sentiva l’approssimarsi della fine
e continuava ostinato a navigare nella tempesta.”
Pino Arlacchi
Com’era collaborare con Giovanni Falcone? Quali erano le sue riflessioni più private? Come si svolgeva il suo lavoro investigativo? In un crescendo appassionato e pieno di dettagli inediti, Pino Arlacchi racconta per la prima volta la storia della sua amicizia con Falcone dal 1980 fino a Capaci, gli incontri privati nella casa del giudice in via Notarbartolo a Palermo, l’eccezionale impresa conoscitiva e giudiziaria che porterà al maxiprocesso, i viaggi comuni negli Usa per decifrare con gli inquirenti americani le trafile del grande traffico di eroina tra la Sicilia e gli Stati Uniti, la scoperta del riciclaggio nei paradisi fiscali, i retroscena dell’incontro con Tommaso Buscetta e quelli dell’arrivo di Falcone a Roma, al ministero di Grazia e Giustizia, e del mancato pentimento di Tano Badalamenti. Il tutto all’ombra della grande sfida con Giulio Andreotti e la mafia di Stato.
Sono tante le storie mai raccontate prima, che restituiscono con nettezza il profilo di un professionista e di un lavoratore instancabile, ben diverso da quello dell’eroe solitario e votato alla sconfitta depositatosi nella memoria collettiva dopo la sua tragica morte. Falcone non è morto solo e non è morto invano. Queste pagine colpiscono perché mostrano in presa diretta il lavoro sul campo di un grande magistrato, in costante intesa con un ricercatore sociale “che fabbrica cartucce che gli consentono di sparare più lontano”. Un amico fraterno che lo aiuta a valorizzare la sua intelligenza, la sua determinazione, il suo ineguagliabile senso della giustizia.
Sullo sfondo c’è l’Italia degli ultimi tre decenni del secolo scorso, tratteggiata con maestria dall’autore: la strategia della tensione, la Guerra fredda e l’alleanza asimmetrica con gli Stati Uniti. Una parte importante è dedicata al racconto dell’influenza degli apparati d’intelligence americani nelle storie italiane, compresa la grande stagione della lotta alla
mafia. Questo libro riempie un vuoto e rappresenta un contributo essenziale per conoscere le opere e i giorni di Giovanni Falcone.