Guida in stato d'ebbrezza: depenalizzata l'ipotesi più lieve senza disporre la trasmissione di atti all'amministrazione
Alticcio al volante, evita l'alcoltest: grazie alla riforma Cds niente ammenda o altre sanzioni
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Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. La riforma del codice della strada, nella scorsa estate, ha depenalizzato l'ipotesi più lieve della guida in stato d'ebbrezza sostituendo all'ammenda la sanzione amministrativa da 500 a 2.000 euro per chi è sorpreso al volante con un tasso alcolemico compreso fra 0,5 e 0,8 grammi per litro. Ma con l'abolitio criminis la legge non dispone esplicitamente la trasmissione degli atti all'autorità amministrativa in modo da poter far ritenere ai giudici che possa essere derogato il principio di legalità-irretroattività che opera per gli illeciti sia penali sia amministrativi. Risultato: l'imputato risulta ormai al riparo da conseguenze deteriori, prosciolto d'ufficio com'è dalla stessa Cassazione «perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato» e senza la trasmissione di atti all'autorità amministrativa. È quanto emerge da una sentenza depositata il 19 aprile 2011 dalla quarta sezione penale della Suprema corte.
Ius superveniensI fatti risalgono a fine 2008: l'imputato è fermato dai carabinieri, che tuttavia desumono la guida in stato d'ebbrezza dagli elementi sintomatici come l'alito o i movimenti sconnessi ma non sottopongono all'alcoltest l'automobilista (che negherà pure di essere stato al volante, sostenendo che alla guida del veicolo vi fosse il figlio). La condanna del Tribunale scatta ugualmente ed è per l'ipotesi più lieve: gli agenti, d'altronde, non hanno fatto ricorso all'etilometro (0,5 grammi per litro è il limite minimo indicato dalla legge). E "quanto" fosse davvero ubriaco o, a questo punto, semplicemente alticcio l'automobilista non lo sapremo mai. Fatto sta che la riforma del 2010 viene in soccorso dell'imputato con la depenalizzazione e la legge più favorevole all'imputato può essere applicato d'ufficio in un provvedimento giurisdizionale che, per ragioni di economia processuale, può essere emesso dalla stessa Suprema corte. Insomma: la vicenda è chiusa, ma il dibattito è aperto.