Il bike-sharing è fallito a Lecce. Buttate risorse pubbliche per 255.300 euro. Le denunce di turisti che alla stazione hanno trovato la spiacevole sorpresa delle colonnine vuote
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Il bike sharing (traducibile come "condivisione della bicicletta", talvolta indicato come servizio di biciclette pubbliche) è uno degli strumenti di mobilità sostenibile a disposizione delle amministrazioni pubbliche che intendono aumentare l'utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici (autobus, tram e metropolitane), integrandoli tra loro (trasporto intermodale) e mediante l'utilizzo di biciclette condivise per i viaggi di prossimità dove il mezzo pubblico non arriva o non può arrivare. È quindi una possibile soluzione al problema dell'"ultimo chilometro", cioè quel tratto di percorso che separa la fermata del mezzo pubblico alla destinazione finale dell'utente.
Da anni il “bike sharing” presente in numerose città europee è un indispensabile sistema di trasporto urbano soprattutto in alcuni centri grandi o piccoli che siano. Ma non in tutti però. Perché una recente inchiesta a livello europeo che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, riporta anche in Italia, ha rivelato che ancora esistono una serie di problemi ed anomalie connessi a tale tipo di mobilità in alcune città del Vecchio Continente.
Il caso Lecce è più emblematico degli altri rispetto al resto d'Italia dove questa forma di mobilità stenta naturalmente a decollare per la diffidenza all'uso della bicicletta in numerose località del Belpaese anche per l'assenza di adeguate infrastrutture quali, in primis, le piste ciclabili.
Il capoluogo leccese, infatti, nonostante sia una polo d’attrazione turistica di rilevante importanza, è sparito dagli elenchi nonostante a settembre 2009 era stato inaugurato trionfalisticamente uno di questi sistemi ed anche se in notevole ritardo rispetto al resto delle città a “vocazione europea” la scusa era quella di averne potuto mutuare le esperienze positive.
Al di là dell'annunciata sospensione del progetto nello scorso marzo, resta il rammarico dovuto alle numerose denunce ricevute dalla nostra associazione a mezzo email da parte dei turisti che si affacciano in questa stagione estiva, e che sono rimasti sorpresi nel vedere le colonnine vuote sin dalla stazione di Lecce primo punto di approccio per la gran parte di coloro che giungono nel capoluogo salentino.
Non è possibile, infatti, che soldi pubblici debbano essere letteralmente gettati nella spazzatura a discapito dei cittadini e soprattutto che un servizio così utile sia sottratto alla disponibilità dei residenti e delle migliaia di turisti che si recano a Lecce in un'ottica di decantata dimensione europea che in realtà non esiste solo per colpa dei suoi amministratori.
Ed allora, visto che il servizio pubblico non lo fa il Comune, lo facciamo noi dello “Sportello dei Diritti”: turisti e visitatori portatevi la bicicletta che qui a Lecce non c'è il bike sharing!