In Italia il gioco è in crisi, peggio i Casinò
Crollo degli incassi nelle sale da gioco nel primo trimestre del 2013. Posti di lavoro a rischio
Dettagli della notizia
Siamo ancora una volta in presenza di un segnale del declino italiano che non sembra proprio fermarsi, certamente meno grave rispetto alla svendita e allo smantellamento di interi comparti industriali ma comunque sempre un segno della distruzione oramai avviata del nostro paese.
Federgioco, l&\#39;associazione di categoria che raggruppa le quattro case da gioco italiane Sanremo, Saint Vincent, Campione d&\#39;Italia e Venezia ha comunicato che nel corso del 2012 il totale degli incassi è crollato, rispetto all’anno precendente, del 18%, fermandosi a 332 milioni di euro. Inoltre il crollo degli incassi nei quattro casinò italiani nel primo trimestre del 2013 ha determinato la flessione complessiva rispetto allo stesso periodo dell&\#39;anno precedente del -9,2%. Il settore dei tavoli e quello delle slot, in particolare, ha evidenziato un decremento sostanzialmente omogeneo nell&\#39;ordine del 9%. Leggermente più contenuto il calo del segmento tavoli verdi che si attesta all&\#39;8,8% contro un decremento slot al 9,5%. A fronte di un incasso complessivo di 86 milioni e 140 mila euro nei primi tre mesi del 2012, l&\#39;incasso al netto del trimestre 2013 scende a 78 milioni e 227mila euro. I tavoli incassano 31 milioni e 280 mila euro nel 2013 contro i 34 milioni e 315 mila del 2012. Le slot passano da 51 milioni e 44mila euro a 46 milioni e 305 mila euro. Un crollo senza dubbio molto accentuato che può essere spiegato con varie ragioni tra cui la concorrenza dei casino online legali e degli altri giochi, la crisi e la normativa imposta dal governo che ha penalizzato molto i casino italiani rispetto ai concorrenti europei
È evidente per Giovanni D&\#39;Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, che il problema di fondo, quello che davvero ha causato danni incalcolabili, è stato il restringimento ulteriore della normativa antiriciclaggio. Il problema è che questa normativa è stata interpretata in maniera assolutamente restrittiva dal Governo Italiano: praticamente è impossibile cambiare contanti in fiches, il limite è molto basso: 1.000 euro anche se la norma, giusta e condivisibile, dell’Unione Europea consente di utilizzare il contante per giocate fino a 7.500 euro. E’ evidente che i ricchi italiani che frequentano i casinò, anche per paura di essre immediatamente schedati e magari segnalati all’Agenzia delle Entrate per un controllo punitivo, preferiscono fare qualche chilometro in più per recarsi nei paesi dei nostri competitor europei quali Austria, Svizzera, Slovenia o Francia dove questi limiti non esistono e possono giocare più tranquillamente. In ogni caso non si vuole che i casino diventino un luogo privilegiato per il lavaggio di denaro sporco.Intanto il calo d&\#39;affari dei Casinò, ha decretato la perdita di decine di posti di lavoro. I dipendenti del Casinò di Campione d&\#39;Italia pur di salvarli sono disposti ad abbassarsi lo stipendio ponendo nello stesso tempo delle condizioni e cioè il taglio di tutte le spese superflue, e l&\#39;idea che se sacrifici si devono fare, è giusto che li facciano tutti.