Inchiesta in Svizzera. Affari farmaceutici con cellule umane. Farmaci venduti anche in Italia Perquisizioni e arresti a seguito di un’indagine della Swissmedic
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L'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici, Swissmedic, ha comunicato in data di ieri che tre persone sono state fermate perché sospettate di avere fabbricato, commercializzato e utilizzato illegalmente in Svizzera e in Italia medicamenti a base di cellule umane, "mettendo così a repentaglio la salute dei pazienti". Un’inchiesta che sarebbe ancora in corso, tanto che la stessa Swissmedic sta continuando ad effettuare perquisizioni in sei località della Svizzera tedesca. L’operazione ha visto la partecipazione del Ministero pubblico della regione zurighese Limmattal/Albis, le polizie cantonali di Zurigo, Argovia e Turgovia e le autorità italiane. Molte persone sono sospettate di aver violato la legge sugli agenti terapeutici, si legge nel comunicato. Tuttavia non è chiaro dove siano avvenuti i tre fermi.Per i prodotti in questione - precisa Swissmedic - sono stati impiegati preparati composti di cellule umane (estratti cellulari) che sono stati usati come medicinali. I prodotti realizzati con tessuti di origine umana e animale che non contengono cellule viventi - aggiunge - sono considerati medicamenti e sono soggetti alla legge sugli agenti terapeutici. La fabbricazione e la vendita di tali preparati presuppone l'approvazione da parte di Swissmedic. Lo stesso vale per l'importazione, la commercializzazione all'ingrosso o l'esportazione dei medesimi. Queste forme terapeutiche basate sull'uso di estratti di cellule non viventi di origine umana o animale - scrive Swissmedic - non devono essere confuse con le cosiddette terapie cellulari: l'utilizzo di cellule animali viventi è uno xenotrapianto e come tale è disciplinato dalla legge sui trapianti. Le terapie cellulari in cui si fabbricano o elaborano prodotti composti di cellule, tessuti o organi (espianti) sono regolamentate dalla legge sui trapianti e dalla legge sugli agenti terapeutici. Poiché l’inchiesta riguarda anche il Nostro Paese, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sarebbe utile a tutela dei pazienti italiani, che le Nostre autorità sanitarie ed inquirenti diffondessero in tempi brevi i farmaci ed i punti o le modalità di commercializzazione di tali prodotti al fine d’informare tempestivamente i potenziali acquirenti delle problematiche sollevate al di là delle Alpi.