Istat: gli italiani un popolo di consumatori depressi.
In Italia non si stringeva la cinghia da anni, colpiti non sono più i dipendenti a reddito fisso ma anche i neo professionisti
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Come di consueto, Giovanni D'Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", riporta le ultime rilevazioni ISTAT relative l'indice della fiducia dei consumatori nell'ultimo mese.
Il quadro generale continua ad essere caratterizzato da una accentuata debolezza dei consumi dovuto dalle ristrettezze e sfiducia in una prossima ripresa economica del Paese mentre le famiglie italiane sono colpite da un diffuso pessimismo. L'indice della fiducia in un anno è sceso ai livelli del 2009, quando i conti pubblici avevano registrato il più alto picco di recessione. Secondo l'Istat il peggioramento è dovuto soprattutto "alla caduta delle prospettive future" alla quale si aggiunge la percezione di un sostanziale deterioramento "nella situazione economica del paese e sulle possibilità di risparmio". Non tutto il Paese però avverte la crisi nello stesso modo. I più delusi sono i consumatori del grasso Nord-Est che vedono assottigliarsi sempre di più le loro ricchezze, più moderato nel Nord-ovest e soprattutto nel Mezzogiorno..
Ad aprile 2011 l'indice del clima di fiducia dei consumatori scende a 103,7 da 105,1 di marzo.
Il peggioramento è dovuto soprattutto ad una caduta dell'indicatore relativo alle prospettive future (da 93,7 a 90,1); migliora lievemente, per contro, l'indice sulla situazione corrente (da 113,9 a 114,4).
Peggiorano anche il clima economico (da 75,5 a 72,8) e quello personale (da 119,7 a 118,8).
Si deteriorano, in particolare, le previsioni sulla situazione economica del paese e sulle possibilità future di risparmio.
Peggiorano anche le opinioni sulla situazione economica della famiglia e sul bilancio familiare.
I saldi dei giudizi e delle previsioni sull'andamento dei prezzi al consumo scendono lievemente rispetto al mese precedente.
Per quanto riguarda i beni durevoli, recuperano i giudizi sulla convenienza all'acquisto, ma restano negative le attese a breve termine.
Sulla base delle consuete domande trimestrali, recuperano le intenzioni di acquisto dell'autovettura e l'abitazione e quelle relative alle spese per manutenzione.
Nel 2010 gli italiani hanno tirato la cinghia, non solo su abbigliamento e calzature, ma anche sui consumi alimentari scesi dello 0,6% (dati Ismea). A livello territoriale, la maglia nera al Mezzogiorno (-1,3%) e poi il solito Nord-Est (-0,6%). Il piatto piange sempre piu' orfano degli alimenti considerati piu pregiati. E' scesa infatti la domanda per le carni bovine (-4,6%), vini (-3,4%), prodotti ittici (-2,9%) e frutta (-1,8%). Un copione che, dopo il calo della fiducia di questo mese, potrebbe ripetersi anche nel 2011.