L'inferno alle spalle dell'ospedale “Vito Fazzi”, del nuovo “DEA” e del Polo Oncologico “Giovanni Paolo II” che poteva causare il peggio
Incuria e degrado nella periferia a Lecce.
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Se ne sta parlando in queste ore, dopo che un incendio divampato ai alle spalle dell'ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, del nuovo “DEA” e del Polo Oncologico “Giovanni Paolo II” a Lecce, ha messo ko anche la Statale Lecce-Gallipoli in entrambe le direzioni e isolato la Tangenziale cittadina, dove il traffico è rimasto paralizzato ed è impossibile procedere a causa del fumo e del pericolo. Le fiamme hanno distrutto rapidamente e con un vastissimo fronte di fuoco tutto il verde incontaminato tra Lecce, San Cesario di Lecce e Lequile, in mezzo a queste tre realtà cittadine, alle spalle come detto del polo ospedaliero che serve la città. Anche recarsi in ospedale, è stato del tutto impossibile costringendo i mezzi di soccorso a riversare eventuali emergenze in altri ospedali a Nord di Lecce, anche perchè tutti gli ospedali a Sud del capoluogo sono rimasti tagliati fuori dall'incendio in corso. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni denuncia anche il degrado e l'abbandono delle periferie del capoluogo salentino si tratta dell'ennesima dimostrazione dello scempio, della trascuratezza e la mancanza di prevedibilità da parte deli enti preposti dovuta alle alte temperature di questi giorni. Per tali ragioni, non possiamo che rivolgere un vero e proprio monito verso le amministrazioni responsabili perchè se dovesse accadere una qualsiasi conseguenza negativa sulle persone a causa dell'incuria e del disinteresse che viene quotidianamente dimostrato, uniche responsabili dovranno ritenersi esse stesse.