La Cassazione: discriminatorio far saltare la locazione nei confronti del transgender
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La Suprema corte con questo nuovo orientamento di diritto, rafforza la tutela in caso di differenze di genere. Ha diritto al risarcimento del danno il “transgender” che si vede annullare la locazione solo per il suo orientamento sessuale. Lo ha sancito la Corte di cassazione che, con l’ordinanza 7415 del 7 marzo 2022, ha ampliato la tutela in favore di chi ha incertezze sull’orientamento sessuale. Nel caso specifico gli Ermellini hanno respinto il ricorso del trans ma solo perché l’agenzia immobiliare incaricata per la mediazione sulle locazioni degli alloggi siti nel complesso in Trento,aveva mandato a monte il contratto solo dopo aver saputo che la conduttrice non era iscritta all’università, come richiesto dalle pubblicità e sul preliminare. In particolare la Suprema Corte con questa ordinanza, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, e che Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” riporta, in concreto non è riuscita a far valere la discriminazione che, però, la cui difesa è stata ampliata a trecentosessanta gradi. La Cassazione dice a chiare lettere, la disciplina antidiscriminatoria per ragioni di sesso nell'accesso a beni e servizi vada estesa all’ipotesi, quale quella in esame, in cui il soggetto che denuncia la discriminazione sia persona «transgender», in quanto l’identità di genere è compresa in quella di sesso tutelato dalla Direttiva CE e dalla normativa italiana di attuazione. Infatti, affinché si verifichi una «discriminazione diretta», occorre che la condotta antidiscriminatoria abbia dato luogo a un trattamento svantaggioso per una persona: essa si configura quando, sulla base di uno dei motivi vietati, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata un’altra in una posizione analoga.