La Cassazione: sicurezza sul lavoro, l'impresa risarcisce i danni morali quando la patologia costringe il lavoratore a stare a letto per un anno prima di morire
Accolto il ricorso degli eredi che lamentavano l'assenza, negli ultimi dodici mesi, di vita sociale e normale
Dettagli della notizia
Il datore è tenuto a risarcire gli eredi del lavoratore anche dei danni morali quando la patologia, contratta in seguito alla violazione delle regole sulla sicurezza, costringe la vittima a stare a letto per un anno senza vita normale e sociale. È quanto affermato dalla Corte di cassazione che, con l'ordinanza 23878 del 4 agosto 2023, ha accolto il ricorso degli eredi un uomo morto di asbestosi al polmone sinistro, dopo un lungo anno di agonia. Per gli Ermellini, infatti, di cui ha scritto il sito Cassazione.net, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il motivo è fondato e, al riguardo, hanno ricordato che “In tema di danno morale, se è vero che la lesione di un diritto inviolabile non determina, neanche quando il fatto illecito integri gli estremi di un reato, la sussistenza di un danno non patrimoniale in re ipsa, essendo comunque necessario che la vittima abbia effettivamente patito un pregiudizio, tuttavia questo va allegato e può essere provato, anche attraverso presunzioni semplici. Nel caso sottoposto all'esame della Corte, era stato dedotto che il de cuius era deceduto nel settembre del 2010 in conseguenza di un mesotelioma pleurico al polmone sinistro manifestatosi nel febbraio dello stesso anno e che l’ultimo anno di vita era stato trascorso prevalentemente allettato, tra ospedali e centri per le terapie, senza intrattenere più rapporti con gli amici e senza coltivare attività di svago o ludiche, nella piena e lucida consapevolezza, condivisa dai familiari, dell'avvicinarsi dell’evento morte”.