La polizia Stradale di Delhi riceve oltre 85.000 reclami su WhatsApp. Le nuove tecnologie applicate alla sicurezza dei cittadini sfondano nel mondo ma non in Italia
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La Polizia Stradale di Delhi ha ricevuto quasi 85.000 denunce in materia di violazioni del traffico e questioni correlate sul suo WhatsApp helpline da quando è stato lanciata la novità nel mese di ottobre dello scorso anno. Dopo le necessarie verifiche, ha richiesto l'intervento finora di oltre 7.500 poliziotti.
La possibilità di utilizzare WhatsApp che risponde al numero helpline 8750871493, è stata implementata il 16 ottobre dello scorso anno. Il Commissario straordinario della polizia (Traffic) Muktesh Chander ha dichiarato: "Fin dalla sua nascita, sono state ricevute 84.621 denunce in materia di parcheggio ostruttivo, ingorgo, violazione del traffico, semafori difettosi, buche stradali, violazioni del codice della strada da parte dei conducenti di auto e suggerimenti per migliorare il flusso regolare del traffico sulle strade Delhi ".
Di questi, 7.738 denunce sono sfociate in contestazioni perseguibili a cui è corrisposta un'azione obbligatoria.
Oltre a ricevere reclami e suggerimenti attraverso messaggi, immagini e video, la helpline WhatsApp può essere usata se il veicolo di qualcuno è trainato per un parcheggio improprio, e che sarebbe stato inviato un numero di telefono sul luogo in cui si trova il veicolo e sarebbe anche aiutato con il percorso più breve per raggiungere il posto.
Chander ha concluso: "L'introduzione di WhatsApp da parte della Polizia Stradale Delhi si è rivelata una buona piattaforma per l'interazione con il pubblico e siamo sopraffatti dal suo successo in collegamento con Delhiites. I servizi sono disponibili in hindi ed inglese tutto il giorno e sono monitorati h24 da un ispettore e da circa 25 agenti di polizia stradale monitorano."
La polizia stradale ha una presenza molto forte sui canali social con oltre 250'000 seguaci sulle sue pagine di Facebook e di Twitter.
Lo sfruttamento delle nuove tecnologie di comunicazione e delle social app da parte delle forze di polizia, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” rappresenta un'importante innovazione che appare ancora sottovalutata in Italia e che meriterebbe, al contrario, maggiore attenzione per una molteplice serie di ragione tra cui gli esigui costi che comporta e l'immediata interconnessione con i cittadini che in materia di sicurezza può significare salvare vite umane e impedire o ridurre la commissione d'infrazioni e reati.