La storia di Ciccio e Tore: al Teatro di Verzura di Borgo a Mozzano arriva Luciano Garofano
Domenica 30, alle ore 21, nel giardino dell’ex convento delle Oblate, il biologo ed ex militare, presenterà il libro ‘Ciccio e Torre, il mistero di Gravina’
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Il 25 febbraio 2008 un ragazzino precipita in un pozzo di un casolare nel centro storico di Gravina di Puglia. Il salvataggio del ragazzino porta i vigili del fuoco a una terribile scoperta: sul fondo della cisterna ci sono i corpi mummificati di due bambini. Sono Francesco e Salvatore: la loro è una storia amara fatta di sospetti, dubbi e pesanti ombre mai del tutto dissipate.La “casa delle cento stanze” è un enorme casolare in mattoni nel centro storico di Gravina di Puglia. Nell’Ottocento era la dimora agreste della famiglia Pellicciari, aristocratici di Modena poi discesi nel profondo Sud lucano dove hanno scelto come residenza la cittadina a 40 chilometri da Bari. Ora è un fabbricato che versa in condizioni di semiabbandono dove si respira l’odore di muffa delle vecchie case. Lì, in via della Consolazione, tra segrete, pozzi e scalinate che si racconta essere infestati dagli spiriti, spesso i ragazzini si divertono a nascondersi. Proprio lì, Michelino, 12 anni, precipita nel pozzo che conduce a una cisterna. Fa un volo di decine di metri e atterra sulla dura pietra, ma per fortuna non si ferisce. Sul posto accorrono i vigili del fuoco, si raccolgono decine di curiosi. Michelino è infreddolito e sotto choc, ma sta bene. Sul fondo del pozzo, però, c’è qualcosa: sono i corpi di due bambini. È il 25 febbraio 2008. I resti appaiono mummificati per effetto delle condizioni climatiche peculiari dell’ambiente. Non è dato, dunque, sapere da quanto tempo quei resti si trovino lì. Si attende l'autopsia per l'identificazione, ma il giubbotto e le scarpette trovati accanto ai corpi raccontano già molto di quella storia. I graffi sulle pareti, tentativo disperato di scalare quella prigione, parlano di una fine terribile. Gli esami serviranno solo a confermare il sospetto che quei corpicini sono quelli di Francesco e Salvatore Pappalardi, i due fratellini di 13 e 11 anni scomparsi misteriosamente dal paese due anni prima. Come nel più terrificante dei racconti, i piccoli sono stati fagocitati dal pozzo della vecchia casa. Ma come è accaduto? Qualcuno ha fatto loro del male? Per rispondere a questa domanda bisogna tornare a un pomeriggio di giugno del 2006. Ciccio e Tore, così vengono affettuosamente chiamati i ragazzi, vivono da 20 giorni con il padre. I genitori sono separati dal 1997, ma solo da poco il Tribunale per i minorenni di Bari ha affidato i due ragazzi al papà Filippo Pappalardi che, da tempo, vive con la nuova compagna Maria, le due figlie adolescenti di lei e una bimba di 3 anni, nata dalla loro unione. La primogenita va a stare con mamma Rosa Carlucci che, intanto, si è rifatta una vita a Santeramo in Colle con il nuovo compagno 60enne. Il pomeriggio del 5 giugno i due ragazzi escono a giocare come fanno di solito. La sera, però, non tornano a casa: alle 23 e 50 Filippo ne denuncia la scomparsa al vicino commissariato di Gravina. Le volanti dei militari partono alla ricerca dei due bimbi, ma più passa il tempo e più le probabilità di trovarli vivi si riducono. E il tempo passa. Intanto la notizia ha scosso la tranquillità della cittadina pugliese e in paese si comincia a mormorare di pedofili, orchi, di nomadi che rapiscono i bambini. In famiglia, nel frattempo, i genitori cominciano a sospettare l'uno dell'altro. Luciano Garofano è stato dal 1995 al 2009 comandante del reparto investigazioni scientifiche (RIS) di Parma e si è occupato dei principali casi di cronaca nera italiani, come la strage di Erba, il serial killer Bilancia, il delitto di Novi Ligure, il caso Cogne, il caso Carretta e il delitto di Garlasco.