Lilial, ancora ritiri da Infasil a Breeze, da Lycia a Nivea per sostanza tossica
Ecco la lista dei 23 prodotti cosmetici coinvolti che contengono propionaldeide ritenuto potenzialmente pericoloso per il sistema riproduttivo, nuocere alla salute del feto e causare sensibilizzazione cutanea
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Nuova ondata di ritiri segnalati da RAPEX, il sistema europeo di allerta rapido per i prodotti non alimentari. Non si fermano i ritiri dei prodotti contenenti Lilial (BMHCA): la sostanza reprotossica è vietata da più di due anni ma molti shampoo, saponi e deodoranti continuano ad essere venduti. Lilial è una fragranza classificata come genotossica e vietata come ingrediente nei cosmetici dal marzo 2022 (nome INCI: Buthylfenil Methylpropional o BMHCA).Dopo i ritiri della Crema solare viso & corpo Bilboa, del gel doccia Vetyver Malizia Uomo e di un body lotion Nivea, il caso sollevato dal Salvagente dell’Infasil neutro extra delicato vapo che continua ad essere venduto nonostante la presenza del Lilial, e il ritiro di tre lotti del bagno doccia Neutro Roberts Cremoso con latte idratante e burro di Karitè ora tocca a una lunga lista di shampoo, saponi e deodoranti. Il motivo dei ritiri è sempre lo stesso : presenza del “BMHCA (Lilial, ndr) potrebbe danneggiare il sistema riproduttivo, può nuocere alla salute del feto e può causare sensibilizzazione cutanea”.
Ecco la nuova lista dei lotti ritiriati dalle autorità italiane segnalati nel Rapex:
- Natural Care Muschio Bianco sapone liquido;
- Lycia Deo Evolution deodorante;
- Clinians Attiva antistress tonico rinfrescante;
- Exotic Comin Parfum pour femme profumo;
- Dove Invisible Dry deodorante;
- Comin Desiderio profumo;
- NeutroMed Magic doccia schiuma;
- Vidal muschio bianco schiuma da barba;
- Vidal Vitality schiuma da barba;
- L’OREAL PARIS Studio Line – Fix&Shine schiuma per capelli;
- Malizia Malizia Musk deodorante;
- Palmolive Palmolive Man shampoo antiforfora;
- Palmolive Bellezza Splendente shampoo;
- Natural Care Natural Care con antibatterico, Sapone liquido con antibatterico con glicerina;
- Infasil Intimo purity Sensazioni naturali con camomilla, sapone intimo;
- Nivea Gel Extra Strong, Hair styling gel 150 ml;
- Breeze Neutro (lotti: AG0251 AG0273 AG1152 AG2203), deodorante spray;
- NATURA OIL Doccia Oil Natura, olio doccia;
- Palmolive Morbidezza e Lucentezza, shampoo;
- Nivea Black & White invisible, deodorante spray;
- Nature Oil Latte corpo;
- Palmolive Hygiene Plus, sapone liquido per le mani;
- Police Sunscent, doccia schiuma.
A fronte di una così lunga lista di ritiri, tuttavia, qualcosa ancora ci sfugge. Lilial è vietato dal marzo 2022 nelle formulazioni cosmetiche e le aziende avevano la possibilità di vendere le rimanenze, il cosiddetto “salva scorte”, fino al 1° marzo 2023, dopodiché non potevano essere più “ceduti al consumatore” prodotti contenenti questa fragranza genotossica. In una nota, Cosmetica Italia ha risposto alla rivista “Il Salvagente” che i produttori non sono responsabili né obbligati a ritirare dal commercio i prodotti immessi prima che scattasse il divieto. In una nota del 31 dicembre 2022 la Confcommercio ricordava che “si rende necessario il ritiro dal commercio di tutti i prodotti cosmetici contenenti la sostanza. Nel caso di presenza di BMHCA i prodotti cosmetici dovranno essere accantonati e sigillati in un contenitore con apposta la dicitura “Prodotti non vendibili o cedibili, da restituire al fornitore” e restituiti al fornitore con le modalità opportune”. Perché i lotti ritirati in queste settimane non sono stati preventivamente tolti dal mercato? L’obbligo del ritiro, ha spiegato Angelini Pharma produttrice dell’Infasil, che il Regolamento 2020/1182 – che a sua volta modificava il Regolamento CLP in merito ai prodotti che contengono Buthylfenil Methylpropional (Lilial) – “non prevede alcun obbligo per l’Azienda di ritirare le confezioni del prodotto vendute prima del 1° marzo 2022. È così? E allora perché scattano le allerta Rapex ovvero da parte delle autorità di controllo? Oppure: spetta ai negozi provvedere a ritirarli dalla vendita? Ci auguriamo, quindi, che tra interpretazioni varie tra produttori e distributori non paghi la salute consumatori, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”.