Luciano Pavarotti:nasce il 12 ottobre 1935
Celebre tenore italiano, ha raggiunto la notorietà internazionale nel 1963. Grazie ai suoi enormi concerti in giro per il mondo ha avvicinato alla lirica milioni di persone. Lo show forse più famoso è Hyde Park 1991: ben 250mila gli spettatori giunti a sentire ""Lucianone"".
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Nato il 12 ottobre 1935 a Modena, il celebre tenore emiliano esordisce per la prima volta nel 1961, quando vince il concorso internazionale "Achille Peri".
Il debutto avviene a ventisei anni, al Teatro Municipale di Reggio Emilia con un'Opera divenuta per lui emblematica, ossia la "Bohème" di Giacomo Puccini, più volte ripresa anche in tarda età, sempre nei panni di Rodolfo. Sul podio c'è anche Francesco Molinari Pradelli.
È nel 1963 che, grazie a una fortunata coincidenza, raggiunge la notorietà internazionale. Sempre sulla via dell'opera La Bohème, al Covent Garden di Londra il destino di Luciano Pavarotti incrocia quello di Giuseppe Di Stefano, uno dei suoi grandi miti giovanili. Viene chiamato per fare alcune recite dell'opera prima dell'arrivo dell'acclamato tenore, ma poi Di Stefano si ammala e Pavarotti lo sostituisce. Lo rimpiazza in teatro e anche nel "Sunday Night at the Palladium", uno spettacolo televisivo seguito da 15 milioni di inglesi.
Nel 1966 debutta al Covent Garden, insieme a Joan Sutherland, in un opera divenuta leggendaria per la "sequenza dei nove do di petto": "La Figlia del Reggimento". Per la prima volta un tenore emette a piena voce i nove do di "Pour mon âme, quel destin!", scritti da Donizetti per essere emessi in falsetto. Il pubblico esulta, il teatro è scosso da una sorta di esplosione che investe pure la casa reale inglese presente al gran completo.
Il prosieguo della carriera pavarottiana è tutto sulla falsariga di questi strepitosi successi, in una teoria di incisioni, interpretazioni e ovazioni sui palchi di tutto il mondo e con i più famosi maestri che al solo elencarli può cogliere un senso di vertigine. Tutto questo, ad ogni modo, è la solida base su cui si erge il mito, anche popolare, di Pavarotti, un mito che, non bisogna dimenticarlo, si è andato alimentando in primo luogo sulle tavole del palcoscenico e grazie alle indimenticabili interpretazioni fornite nel repertorio "colto", tanto che più d'uno vede nel tenore modenese non solo uno dei più grandi tenori del secolo, ma anche la stella in grado di oscurare la fama di Caruso.
La fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta vedono il maestro impegnato in grandi concerti e grandi recite internazionali. Nel 1990, insieme a José Carreras e Placido Domingo, Pavarotti dà vita a "I Tre Tenori", un'altra grande trovata che assicura esiti, in termini di ascolto e di vendite, altissimi.
Nel 1991 affascina più di 250 mila persone con un grande concerto a Hyde Park di Londra. Nonostante la pioggia battente, che cade pure sugli entusiasti Principi di Galles Carlo e Diana, lo spettacolo diviene un evento mediatico, trasmesso dal vivo in televisione in tutta Europa e negli Stati Uniti. Il successo dell'iniziativa londinese si ripete nel 1993 al Central Park di New York, dove approda una mastodontica folla di 500 mila spettatori. Il concerto, trasmesso dalla televisione, viene visto in America e in Europa da milioni di persone ed è senza dubbio una pietra miliare nella vita artistica del tenore.
Nel 1995 Pavarotti compie una lunga tournée sudamericana che lo porta in Cile, Perù, Uruguay e Messico. Mentre nel 1996 debutta con "Andrea Chénier" al Metropolitan di New York e canta in coppia con Mirella Freni alle celebrazioni torinesi per il centenario dell'opera "La Bohéme". Nel 1997 riprende "Turandot" al Metropolitan, nel 2000 canta all'Opera di Roma per il centenario di "Tosca" e nel 2001, sempre al Metropolitan, riporta in scena "Aida".
Nel luglio 2006 viene operato d'urgenza in un ospedale di New York per l'asportazione di un tumore maligno al pancreas. Poi si stabilisce nella sua villa nel modenese cercando di condurre una personale lotta contro il cancro. All'età di 71 anni si è spento il 6 settembre 2007.