Maxi truffa via web, arrestato italiano in Svizzera:vendeva dispositivi, corsi e apparecchi elettronici su siti falsi e poi spariva.

Aveva creato due piattaforme in Ticino attraverso le quali millantava corsi di lingua e vendita di merce mai onorati. La polizia cerca altre eventuali vittime

Maxi truffa via web, arrestato italiano in Svizzera:vendeva dispositivi, corsi e apparecchi elettronici su siti falsi e poi spariva.

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Aveva creato due siti internet (www.centrostore.ch e www.corsidiformazione.ch) su cui, apparentemente, vendeva apparecchiature elettroniche e corsi di lingua e contabilità. Quando riceveva il bonifico, si rendeva irreperibile o motivava i ritardi con giustificazioni di vario genere. L'autore è un 29enne italiano residente in Italia, finito in manette martedì al termine di un'inchiesta. Lo hanno reso noto il Ministero pubblico e la Polizia cantonale informando che il 18.12.2018 è stato arrestato un 29enne cittadino italiano residente in Italia. L'inchiesta è nata a seguito di una serie di denunce per truffa da parte di cittadini, anche italiani, che avevano acquistato merce di varia natura, e in particolare apparecchiature elettroniche, oppure servizi come corsi di lingua e di contabilità, senza mai ottenere in cambio alcun bene mobile o prestazione. Il tutto attraverso due piattaforme elettroniche appositamente create dal 29enne (www.centrostore.ch e www.corsidiformazione.ch). In base a quanto ricostruito, l'uomo, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dopo aver ricevuto il bonifico relativo all'iscrizione a un corso o per il pagamento delle apparecchiature, si rendeva irreperibile o motivava i ritardi con giustificazioni di vario genere. Gli indirizzi nel Bellinzonese utilizzati per indicare la sede delle due citate piattaforme Internet sono risultati inoltre inesistenti. Le principali ipotesi di reato sono quelle di truffa per mestiere, abuso di un impianto per l'elaborazione di dati, amministrazione infedele, bancarotta fraudolenta e frode del pignoramento. La misura restrittiva della libertà è già stata confermata dal Giudice dei provvedimenti coercitivi (GPC). L'inchiesta, coordinata dal Procuratore pubblico Andrea Minesso, prosegue al fine di chiarire anche la presenza di altre parti danneggiate. Eventuali vittime sono invitate a scrivere all'indirizzo polizia@polca.ti.ch.

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