Miracoli di buona sanità. E tornano vita e speranza
Utilizziamo questo spazio (un po' impropriamente) per una lettera in cui un lettore esprime i suoi ringraziamenti per come i medici hanno trattato, guarendolo, un tumore che aveva colpito la madre caricamento in corso Il professor Serravezza. Non solo malasanità. Utilizziamo questo spazio per una lettera nella quale un lettore di Soleto esprime i suoi ringraziamenti per come i medici hanno trattato, guarendolo, un tumore all'utero che aveva colpito sua madre. Con competenza e profonda umanità. Lo sappiamo, "Moi te nde ticu quattru", titolo di questa rubrica, è un'espressione dialettale che richiama generalmente l'idea di un rimprovero. Ed è in effetti lo spazio dedicato ai lettori che hanno qualcosa da rinfacciare alle istituzioni. Ma per una volta, lasciatecelo usare in maniera impropria. Siamo sotto Pasqua e ogni tanto rinfranca il cuore trattare qualche ordinario miracolo di buona sanità.
Dettagli della notizia
Desidero pubblicamente esprimere la gratitudine mia e della mia famiglia alla Divisione Oncologica dell'Ospedale di Gallipoli, con particolare riguardo al Dott. Serravezza e alla dottoressa Paolelli che con amore e dedizione, non disgiunte da altissima professionalità, mi hanno ridato prima la speranza e poi l'opportunità della vita.
La passione e la scrupolosità del Dott. Marinaccio e della sua equipe del reparto Ginecologia Oncologica del Policlinico di Bari e le cure del Dott. Serravezza e la dottoressa Paolelli unitamente al dottor Nardella del reparto di Radiologia Oncologica della Casa di Cura Città di Lecce, nonché al mio medico curante D.ssa Valeria Marra, fanno di loro delle persone veramente speciali ed insostituibili.
Un grazie di cuore dalla Signora Lucia Luciano da Soleto e da tutta la famiglia Chirivì per il vostro "miracolo" nonché per il grande gesto di alta professionalità e umanità dimostrata.