"Miracolo": donna ugandese partorisce su un volo notturno a 11mila metri di quota mentre sorvolava il Nilo
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Una donna ugandese ha dato alla luce una bambina su un aereo che la evacuava dall'Arabia Saudita all'Uganda mentre si trovava in volo notturno a circa 11.000 metri di quota con la dottoressa Aisha Khatib, professoressa all'Università di Toronto. Il medico è entrata in azione quando ha risposto a un appello urgente sull'interfono di Qatar Airways per un sanitario. Khatib è stata aiutata da altri due passeggeri: un'infermiera oncologica e un pediatra dell'organizzazione no-profit Medici senza frontiere. "Vedo una folla di persone radunata attorno alla paziente". “Avvicinandomi vedo questa donna sdraiata sul sedile con la testa verso il corridoio e i piedi verso il finestrino. E il bambino stava uscendo!” Lo riferisce la Bbc. La donna, ugandese, si trovava su un aereo Qatar Airways in volo verso il proprio Paese quando ha avuto le doglie. Alla bambina è stato dato il nome di “Aisha” in onore della dottoressa. Il dottore ha regalato alla madre una collana d'oro che indossava con la scritta “Aisha” in arabo."Ho pensato di darglielo e lei avrà un piccolo ricordo del dottore che l'ha consegnata a 35.000 piedi in aria mentre sorvolava il Nilo", ha detto. Non si sa a che stato della gravidanza fosse la neomamma, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma secondo quanto si legge sul sito della compagnia aerea, le donne non possono viaggiare se hanno superato la 27esima settimana di gravidanza. Quella della piccola Aisha, ad ogni modo, non è una storia unica nel suo genere: nel dicembre e a giugno 2017 una bambina ed un bambino erano nati rispettivamente a bordo di un volo della Pakistan International Airlines e della Jet Airways, mentre ad aprile 2018, su un aereo della Turkish Airlines, era venuta al mondo un'altra bambina. Anche lo scorso 22 agosto 2021 un’altra donna afghana aveva partorito a bordo di un altro aereo militare, americano, appena atterrato alla base di Ramstein, in Germania. In quell’occasione personale medico era potuto salire sul velivolo e prestare assistenza alla partoriente.