Multe ai manifestanti “No Tap”. Lo “Sportello dei Diritti”: è giusto comprendere le ragioni delle Forze dell’Ordine di dover dare esecuzione alle direttive dell’esecutivo, ma si faccia un passo indietro in favore di quei pacifisti, colpevoli di essersi tr
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Lo Stato tenda la mano ai tanti pacifisti che si erano spontaneamente radunati la notte del 4 luglio scorso per protestare contro la modalità prescelta dalla multinazionale Tap di spostare i 42 ulivi, rimasti nel cantiere di San Basilio, sino al sito di stoccaggio di Masseria Capitano. Perché al di là del merito di un’opera, quale il megagasdotto e relative opere in una porzione di territorio di indescrivibile bellezza, quale quella interessata, che lo “Sportello dei Diritti” ha sempre ritenuto inutile oltreché dannosa per la Terra del Salento, unendosi alla voce di un’intera comunità che la respinge fermamente, sono state le modalità con cui Tap fece spostare in maniera repentina gli ulivi. Proprio nel periodo compreso da giugno a settembre, in cui era stato previsto il fermo dei lavori. Perché se è giusto comprendere le ragioni delle Forze dell’Ordine di dover dare esecuzione alle rigide direttive dell’esecutivo, è tuttavia necessaria anche un’opera di discernimento per capire che tantissimi si trovassero sulle strade di Melendugno solo per rappresentare con la loro semplice presenza, le ragioni di una legittima protesta e che si trovano purtroppo sanzionati per migliaia di euro in applicazione di una normativa di rara applicazione, quale l’impedimento alla circolazione stradale ai sensi dell’articolo 1bis del Decreto legislativo 66 del 1948, inserito nel successivo articolo 17 del d.l. 507 del 1999. Impedimento che, è bene sempre ribadire, fu solo temporaneo e limitato in termini di tempo, tanto poi da essere risultato, nei fatti, vano. Ecco perché per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è quantomai necessario rinnovare l’appello al Questore di valutare l’accoglimento di apposite istanze in autotutela, consentite dalla legge in questi casi e specialmente per i tanti pacifisti che senza alcuna volontà di arrecare pregiudizi o violenza a persone o luoghi, si trovavano semplicemente sulle strade di Melendugno la notte del 4 luglio per rappresentare con la propria presenza la propria legittima opinione contraria. Ciò prima della presentazione di qualsiasi ulteriore iniziativa difensiva da parte dei sanzionati.