Multe seriali con gli apparecchi elettronici ai varchi delle ZTL. Trappole per far soldi. Il caso emblematico di un'autovettura multata 27 volte a Lecce.
Non solo la sanzione amministrativa ma anche 442,20 euro per costi di notifica. Se non servono a "far cassa" allora si chiuda il traffico dei centri storici alle autovetture
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Lo diciamo da tempo e la battaglia dello “Sportello dei Diritti” contro le multe seriali effettuate con gli apparecchi elettronici ai varchi delle ZTL trova la sua continua ragion d’essere nella malcelata esigenza di “far cassa” a danno degli automobilisti, perché in questo caso non c’è la “scusa” della sicurezza stradale come con gli autovelox e i photored, ma solo una decantata pretesa di tutela dei centri storici o di determinate zone dei centri urbani.
Tale assunto, però, cozza con tutta evidenza con la possibilità delle amministrazioni comunali di chiudere completamente al traffico le zone storiche o quelle di particolare interesse o dotarle di dissuasori mobili per consentirne solo ed esclusivamente agli autorizzati, quelli veri, il transito. L’evidenza in questione viene palesemente smentita dall’apposizione di strumenti di rilevazione che h 24 o in determinate ore fotografano il transito dei veicoli per “batostare” quelli non autorizzati con risultati come quello che stiamo per raccontare con ingenti ricavi per i comuni che riguardano non solo i proventi derivanti dalle sanzioni pecuniarie, ma anche costi notevoli per spese accessorie e di notifica a carico dei malcapitati proprietari dei mezzi.
L’ultimo cittadino che si è rivolto allo “Sportello dei Diritti” in data odierna, portava in dote con sé ben 27 verbali per attraversamento dei varchi della ZTL posti nel centro storico di Lecce d’importo variabile tra i 76,00 e gli 80,00 (perché nel frattempo è aumentata la sanzione prevista), i cui soli costi complessivi di notifica e accessori raggiungono la ragguardevole cifra di € 442,20 perché oscillanti tra i 16,20 e i 16,60 euro a verbale notificato. Non solo, quindi, la multa ma anche ben 442,20 euro che potevano non essere addebitati mediante una sola notifica dei suddetti verbali.
Certo, si tratta di casi limite ed il comportamento del cittadino è censurabile sotto il profilo comportamentale, ma anche questa volta Giovanni D’Agata presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti” è costretto ad evidenziare il comportamento della P.A. troppo impegnata a “far cassa” piuttosto che a trovare soluzioni efficaci per lo scopo effettivo cui dovrebbe orientarsi se è quello della tutela dei centri urbani.
Ed allora, ancora una volta rivolgiamo un appello alle amministrazioni comunali, in questo caso a quella leccese, affinché faccia scelte politiche efficaci e decida una volta per tutte se chiudere il centro storico al traffico utilizzando gli strumenti appropriati e necessari quali i dissuasori mobili o se voglia perseverare in quest’atteggiamento che non a torto viene percepito come un modo di rimpinguare le casse comunali.