Negli USA eseguito il primo trapianto di rene di maiale in un paziente in vita

In futuro potrebbe evitare la dialisi. L’operazione è stata eseguita al Massachusetts General Hospital di Boston

Negli USA eseguito il primo trapianto di rene di maiale in un paziente in vita

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Per la prima volta nella storia della chirurgia, una équipe medica del Massachusetts General Hospital di Boston ha eseguito il trapianto di un rene di maiale (xenotrapianto) geneticamente modificato nel corpo di un paziente cerebralmente vivo. Il paziente è Richard “Rick” Slayman, un uomo di 62 anni affetto da grave insufficienza renale da diversi anni. Prima di arrivare nella sala operatoria del Massachusetts General Hospital il rene trapiantato nel corpo del sessantaduenne era stato trattato dalla società biotecnologica eGenesis. Nello specifico, sono stati rimossi tre geni che avrebbero potuto implicare il rigetto dell’organo, ne sono stati inseriti sette umani per migliorare la compatibilità e anche gli agenti patogeni sono stati eliminati. I medici che hanno eseguito il trapianto hanno dichiarato che il nuovo rene ha iniziato a produrre urina poco dopo l’intervento chirurgico lo scorso fine settimana e le condizioni del paziente continuano a migliorare. L’esito è promettente e dà speranza a migliaia di americani che soffrono di patologie renali, come ha spiegato il dott. Leonardo V. Riella, direttore medico per il trapianto di rene al Mass General. Nel settembre 2021, i chirurghi della NYU Langone Health di New York avevano già innestato un rene di un maiale geneticamente modificato nel corpo di uomo che però era morto a livello cerebrale, ottenendo buoni risultati di funzionamento dell’organo. L’operazione è piuttosto invasiva e debilitante: filtra le tossine dal sangue, ma i reni rimangono comunque compromessi. Oltre 100 mila persone affette da queste patologie negli Stati Uniti sono ancora in lista d’attesa per ricevere un rene trapiantato da un donatore umano vivo o morto. Intanto, in migliaia muoiono ogni anno aspettando una chiamata che non arriva a causa della carenza di organi. Attualmente oltre 800 mila americani, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, soffrono di insufficienza renale anche cronica per cui sarebbe necessario richiedere una dialisi che mantiene in vita le persone, ma il successo degli xenotrapianti aprirebbe vie completamente nuove a chi soffre di insufficienza renale.

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