Oncologo USA condannato a 45 anni di carcere per aver diagnosticato a persone sane il cancro. Uno specialista di Detroit ha sottoposto a chemioterapia, presso sette ambulatori privati, almeno 550 persone non affette da tumore.
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Venerdì, quasi due anni dopo il suo arresto, un oncologo americano è stato condannato a 45 anni di carcere per aver violato la fiducia di più di 550 pazienti e rastrellando 17 milioni dollari con diagnosi fraudolente. Si chiama Farid Fata, ha 49 anni, origini libanesi, sposato, padre di tre figli, e passerà alla storia come l’oncologo condannato a 45 anni di prigione nella storia della medicina moderna poiché riconosciuto colpevole di 16 capi d’accus. Dalla frode sanitaria, alla cospirazione, alla richiesta di tangenti a hospice per l’invio di pazienti, passando per il riciclaggio di denaro. Alla lettura di ogni capo d’accusa, Fata si è limitato a rispondere, a capo chino e indossando una divisa da galeotto, al posto del suo camice immacolato. Il ‘dottor Morte’, così è stato soprannominato, esercitava la sua professione di oncologo presso sette ambulatori privati della Michigan Hematology Oncology, nell’area metropolitana di Detroit. Il conto che l’oncologo ha presentato a Medicare tra il 2007 e il momento del suo arresto nel 2013, ammonta a 225 milioni di dollari (circa 175 milioni di euro). Ma quello presentato alle persone da lui trattate inutilmente e alle rispettive famiglie è stato ovviamente ancora più salato. Le accuse rivolte a Fata riguardano 550 pazienti, ma nella sua lista di quegli anni ne figurano oltre 1200, molti dei quali presenti in aula alla lettura della sua sentenza, per chiedere spiegazioni su come un solo uomo abbia potuto fare una cosa simile e così a lungo senza complici. La sua condotta è stata semplicemente scioccante, commenta Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, poichè non si è limitato infatti a rubare denaro, ma ha torturato i pazienti, dicendo loro che avevano il cancro, senza che ciò fosse vero. Inoltre la verità che è emersa dal processo è che una parte considerevole dell’industria farmaceutica vive sul business del cancro. Proprio in Italia negli anni ’90 esplose sulla scena la Terapia Di Bella. Accadde giusto grazie al giudice Carlo Madaro, Pretore di Maglie, un piccolo paesino della provincia di Lecce in Puglia, che ha preso in mano una causa di una persona che si rifiutava di fare le terapie tradizionali per la propria figlia, che le erano state imposte dai medici pena la denuncia. Vennero fuori decine di casi miracolati. Se ne parlò tantissimo ed ad oggi ci sono ancora medici che la praticano con buoni risultati.