"Poco sale ma iodato": il 25 Maggio torna la Giornata Mondiale della Tiroide
Oltre 2 miliardi di persone nel mondo sono esposti alla carenza nutrizionale di iodio. Anche nel nostro Paese, nonostante il programma nazionale di iodoprofilassi avviato sei anni fa, persiste una condizione di carenza nutrizionale di iodio che, seppure non severa, continua a determinare un'alta frequenza di gozzo e di altri disordini correlati alla iodocarenza. Proprio per portare l'attenzione su questo grave problema di salute pubblica, sui suoi effetti e sulle strategie di prevenzione, in occasione della Giornata Mondiale della Tiroide del 25 Maggio l'Associazione Regione Lazio Ammalati di Tumore della Tiroide e Associati (ATTA Lazio ONLUS) organizza a Roma una tavola rotonda sul tema "La tiroide nel 2011 fra problemi aperti e risolti".
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La iodoprofilassi in Italia
Con l'emanazione della Legge n. 55 del 21 marzo 2005, che prevede la presenza obbligatoria del sale iodato in tutti i punti vendita del territorio nazionale, l'Italia ha dato inizio al programma nazionale di iodoprofilassi. A sei anni dall'approvazione della legge, tuttavia, i dati dell'Osnami, l'Osservatorio Nazionale per il Monitoraggio della Iodoprofilassi in Italia dell'Istituto Superiore di Sanità, indicano che soltanto il 47% del sale per uso alimentare venduto è rappresentato da sale iodato. Si è dunque ancora lontani dal target del 90% indicato dall'Oms e, in base all'analisi di specifici indicatori biologici (ioduria, TSH neonatale), si conferma il persistere nel nostro Paese di una situazione di iodocarenza.
Perché è importante lo iodio
La necessità di un adeguato apporto nutrizionale di iodio deriva dal fatto che tale elemento è il costituente essenziale degli ormoni tiroidei, la tiroxina e la triiodotironina. Questi svolgono un ruolo critico sul differenziamento cellulare, in particolare sullo sviluppo del sistema nervoso centrale nelle prime fasi della vita, e contribuiscono al mantenimento dell'omeostasi metabolica durante la vita adulta. La carenza nutrizionale di iodio compromette la funzione tiroidea determinando quadri morbosi tra i quali il più frequente è il gozzo, e danni neurologici evitabili che si manifestano con una ridotta capacità intellettiva, uno scarso rendimento scolastico e una minor capacità lavorativa.
La strategia raccomandata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per l'eradicazione dei disturbi da carenza iodica a livello di popolazione è quella di utilizzare come veicolo di iodio il sale alimentare, arricchendolo con opportune quantità del microelemento. Lo iodio contenuto nel sale arricchito, aggiunto al poco iodio contenuto naturalmente negli alimenti, consente quindi di soddisfare il fabbisogno giornaliero di iodio che, per un adulto, è di 150 µg, mentre in gravidanza e durante l'allattamento è maggiore (250 µg). A tale riguardo è importante sottolineare che il consumo di sale arricchito di iodio non è in contrapposizione con le raccomandazioni per la riduzione del consumo di sale (non più di 4-5 gr. al giorno) finalizzata alla prevenzione dell'ipertensione e delle malattie cardiovascolari. Infatti, la quantità di iodio aggiunto al sale da cucina (30 ppm) consente un apporto iodico adeguato con un consumo di sale contenuto nei limiti suggeriti dai cardiologi e dai nutrizionisti.
È quindi importante tenere alta l'attenzione della popolazione e degli operatori del Sistema Sanitario Nazionale su questa tematica di salute pubblica, affinché la iodoprofilassi possa essere anche nel nostro Paese un programma di prevenzione efficiente ed efficace, possa cioè tradursi in una tangibile riduzione della frequenza delle patologie correlate alla carenza nutrizionale di questo microelemento.