Presentate prime immagini al microscopio del ceppo italiano Sars-CoV-2.
Il ceppo italiano potrebbe essere collegato a quello tedesco ma non ci sono conferme.
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I ricercatori dell’ospedale Sacco di Milano, hanno mostrato oggi le prime immagini del ceppo italiano Sars-CoV-2, giunto in Italia tra la fine di gennaio e i primi di febbraio, quindi almeno una ventina di giorni prima che fosse confermato il primo caso Italiano di COVID-19 all'ospedale di Codogno. In particolare, hanno ottenuto gli isolamenti i ricercatori Alessia Lai, Annalisa Bergna, Arianna Gabrieli e Maciej Tarkowski, mentre hanno effettuato le osservazioni al microscopio elettronico e prodotto le immagini (riportate qui sotto) le ricercatrici Antonella Tosoni e Beatrice Marchini.Si tratta delle cellule del virus derivate dai primi casi di nuovo coronavirus autoctono in Italia, scoperto nell’area della Bassa Lodigiana. Le osservazioni al microscopio elettronico mostrano le “particelle virali di Sars-CoV-2 adese alle membrane sulla superficie e all’interno di cellule VERO E6 utilizzate per l’isolamento. Una seconda immagine frutto della combinazione di due immagini a 50mila e 140mila ingrandimenti, “mostra particelle virali con la tipica ultrastruttura caratterizzata dalla corona di glicoproteine superficiali”. Secondo la prima ricostruzione del Sacco di Milano, il ceppo italiano potrebbe essere collegato a quello della Germania ed essere quindi di importazione europea ma non ci sono conferme. Teoricamente sarebbe stato possibile, per quanto assai poco probabile, l'esportazione multipla della stessa variante direttamente dalla Cina alla Germania e all'Italia. A sostenerlo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, un articolo pubblicato su La Statale News: “Il ceppo è strettamente correlato a quello isolato per la prima volta da un paziente ammalatosi di COVID-19 tra il 24 e il 27 gennaio 2020 in Baviera, in seguito a una riunione aziendale avvenuta qualche giorno prima vicino Monaco, a cui aveva partecipato una manager Cinese proveniente da Shanghai, che aveva riconosciuto i sintomi di COVID-19 solo al ritorno in patria”.