Primo trapianto di faccia in Italia "Tecnicamente riuscito".
Terminato stamane alle 5 presso l'Azienda ospedaliero-universitaria Sant'Andrea di Roma il complicato intervento durato complessivamente 27 ore
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È terminato alle ore 5 di questa mattina l'intervento di trapianto della faccia effettuato su una donna presso l'Azienda ospedaliero-universitaria Sant'Andrea ed è tecnicamente riuscito. L'équipe, composta da chirurghi e anestesisti, con infermieri strumentisti che si sono alternati in sala, ha operato complessivamente per 27 ore. Sottoposta a terapia immunosoppressiva antirigetto, la paziente è attualmente in coma farmacologico indotto e rimarrà in isolamento nella Terapia Intesiva. La prognosi è riservata. La donatrice di pelle, fasce muscolari e cartilagine è una 21enne morta in un incidente stradale nel Lazio. La ricevente è una paziente di 49 anni affetta da neurofibromatosi di tipo I, malattia genetica neurocutanea che deturpa il volto. Per un'operazione così complessa l'équipe si è preparata per tre anni. "Dopo 27 ore, all'Ospedale Sant'Andrea, si legge in una nota della Regione Lazio, è terminato l'intervento senza precedenti in Italia e con pochi precedenti al mondo. Al tavolo operatorio dell'azienda ospedaliero-universitaria romana l'équipe chirurgica ha eseguito un eccezionale intervento di trapianto allogenico facciale che darà un volto nuovo a una paziente sfigurata da una malattia neurodegenerativa congenita"."L'operazione di trapianto, realizzata anche grazie alla collaborazione di una équipe specialistica di Zurigo, segue - continua la nota - un primo intervento di prelievo multiorgano effettuato dopo l'accertamento di morte cerebrale di una paziente vittima di un incidente stradale (che ha donato anche fegato e reni, ndr). Il Protocollo è altamente sperimentale - conta pochi precedenti nel mondo - ed è realizzato sotto la guida del Centro Nazionale Trapianti"."Una opzione chirurgica ricostruttiva - si precisa - che il Sant'Andrea offre a pazienti che presentano complessi difetti di faccia cui le tecniche chirurgiche tradizionali non sempre garantiscono risultati funzionali ed estetici soddisfacenti. Una procedura 'life-improving', volta a migliorare la qualità di vita del paziente e facilitarne il reinserimento sociale, quando neoplasie, attacchi di animale, malattie neurodegenerative, ustione o traumi hanno determinato gravi malformazioni del volto". L'intervento, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, rientra in un protocollo sperimentale, autorizzato dal Centro Nazionale Trapianti dopo l'acquisizione del parere positivo del Consiglio Superiore di Sanità; le équipe per il prelievo del tessuto facciale da donatore deceduto e per il successivo trapianto sono dirette da Fabio Santanelli di Pompeo, responsabile dell'Unità Operativa di Chirurgia Plastica dell'A.O. Sant'Andrea di Roma, e dal dottor Benedetto Longo, che fa parte della stessa unità operativa.