Regno Unito: aumentano le vendite di superfood. Dall'orto a casa. In Italia siamo in colpevole ritardo
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Oggigiorno, visto il decollo di tendenze che vedono i superfood (i cosiddetti super-alimenti) come insalate, zuppe e succhi in primo piano, i 34 vivai Dobbies Garden Centres distribuiti in tutto il Regno Unito hanno riportato un incremento delle vendite pari all'85% per semi di barbabietola, spinaci, cavolo riccio e broccoli, perché i consumatori hanno cominciato a coltivarli da sé. Ultimamente si è sottolineata sempre di più l'importanza di condurre uno stile di vita sano e di "mangiare pulito" e i consumatori hanno cominciato ad acquistare in gran copia alimenti non trasformati. Questa tendenza ha fatto esplodere le vendite di sementi di ortaggi a foglia e di verdure come barbabietole, cavolo riccio e spinaci, oltre ai consueti mirtilli. I superfood vengono associati a benefici salutari e antietà perché sono ricchi di nutrienti che comprendono vitamine, minerali e antiossidanti, e solitamente forniscono anche una carica di energia. Acquistare prodotti freschi da
un negozio locale può essere oneroso, perciò molti seguaci dei superfood si sono messi in testa di coltivarseli da sé. In questo modo ci si assicura la freschezza e si riducono i costi sostenuti per recarsi ogni settimana a fare la spesa. Spinaci super Fonte della famosa forza di Braccio di Ferro, gli spinaci sono in circolazione da ben più tempo rispetto al loro cugino riccioluto, il cavolo riccio, eppure, le vendite sono estremamente elevate, con un aumento del 61% registrato l'anno scorso. Questi ortaggi sono molto versatili, possono essere ridotti a succo e le tenere foglioline baby sono deliziose se aggiunte ad un'insalata o cotte a vapore e proposte come contorno per il pesce. Barbabietola deliziosa La barbabietola rossa e viola scuro aggiunge un energetico tocco di colore a delle insalate altrimenti monotone, e fa anche bene alla salute. Gli scienziati affermano che questo ortaggio possa contrastare la pressione alta e che sia anche una buona fonte di ferro e acido folico. Dobbie Garden Center ha registrato un incremento del 96% nelle vendite delle sementi di questo ortaggio.
Il re cavolo. Le foglie del cavolo riccio sono diventate sempre più popolari, registrando un +40% nelle vendite. Il cavolo riccio contiene fitonutrienti che si ritiene riducano il rischio di sviluppare diversi tipi di tumori. In passato, le foglie venivano considerate gli spinaci dei poveri in Giappone, ma una volta sul mercato britannico, le persone si sono rese conto di quanto fossero buone. Croccanti con fiocchi di peperoncino, aggiunte ad un'insalata o frullate per ottenere un succo da bere al mattino, le possibilità del cavolo riccio sono illimitate.
Broccoli strepitosi. I broccoli contengono un altro fitonutriente che si pensa interrompa la crescita delle cellule tumorali e che riduca il rischio di cancro. Appena una porzione di broccoli al giorno contiene una dose giornaliera di vitamina C e le vendite presso i vivai Dobbies sono aumentate del 53% rispetto all'anno scorso.
Steve Guy, direttore dell'orticoltura presso Dobbies, ha riferito: "I nostri esperti vivaistici sono stati inondati da domande su come coltivare al meglio super-alimenti come spinaci, cavolo riccio e barbabietola nel giardino di casa, che è anche un modo per assicurarsi che frutta e verdura non contengano sostanze nocive. Per mangiare in maniera salutare bisogna saper prendere decisioni intelligenti sulla dieta da seguire e sugli alimenti che si consumano. Sentiamo sempre più spesso di persone che decidono di utilizzare i propri giardini per coltivare prodotti freschi e salutari. Basta semplicemente chiedere consiglio a un esperto Dobbies per scoprire il modo migliore per coltivare i superfood e assicurarsi così che siano extra freschi."
Un salutismo non di facciata che sta esplodendo ovunque, ma che Giovanni D’Agata, Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, presidente e fondatore dello “Sportello dei Diritti”, ritiene in colpevole ritardo nel nostro paese a causa di una scarsa informazione e di una propensione al consumo di prodotti alimentari meno sani e supercalorici, influenzato da una pubblicità martellante delle industrie alimentari che non trova sosta anche per la costante complicità delle istituzioni sanitarie che poco o nulla fanno per la diffusione di una cultura alimentare senz'altro migliore di quella propinataci.