Risparmio tradito. Importantissima sentenza che condanna “Poste Italiane” a restituire tutti i risparmi investiti per l’intermediazione di prodotti finanziari ad alto rischio. Le cause patrocinate dallo “Sportello dei Diritti” a tutela di piccoli risparmi

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Brutto stop per “Poste Italiane”, ma anche bel sospiro di sollievo per piccoli risparmiatori e pensionati “traditi”. Con sentenza n. 8 pubblicata il 15.01.2018 dal Tribunale Ordinario di Ragusa, sono stati chiariti in maniera assai esauriente i profili di responsabilità di banche e intermediari italiani, tema purtroppo sempre più attuale. La conseguenza più eclatante è che questa volta è stata condannata Poste Italiane a restituire tutti i soldi investiti dopo una vita di sacrifici ad alcuni piccoli risparmiatori, e che si erano rivolti allo “Sportello dei Diritti”, ed all’avvocato Francesco Toto, già noto per aver seguito i piccoli azionisti vittoriosi nel caso del default Alitalia, in una vicenda che forse è ancor più eclatante a livello nazionale per le dimensioni e per le modalità. Perché questa volta a pagare sarà un’azienda di Stato, che risponde nel nome di “Poste Italiane S.p.A.”, e per una vicenda per la quale già tanti cittadini si erano rivolti all’associazione con sede nazionale a Lecce e per la quale è lecito aspettarsi una grande eco mediatica per la numerosa platea di cittadini che lamentano analoghe circostanze. La vendita e la commercializzazione di "strumenti finanziari a rischio" a soggetti ignari e privi di minime competenze in materia; la sottoscrizione di moduli e prospetti informativi in bianco; la promessa di ottimi rendimenti a fini previdenziali. Questi solo alcuni degli elementi che il Giudice di Ragusa contesta a Poste Italiane in qualità di intermediario accreditato. E ancora proposte contrattuali, dette "ordini" su fondi di investimento ad alto rischio, sottoscritte in bianco da pensionati con licenza elementare. Promotori a dir poco spregiudicati, operanti presso Poste Italiane Spa, che li persuadevano ad investire al buio su prodotti rivelatisi cancerogeni. Il caso nasce dall’avere Poste Italiane venduto quote del Fondo “Europa Immobiliare n. 1”, ad alcuni clienti di un noto studio legale siciliano poi affidatosi allo “Sportello dei Diritti” e all’avvocato Francesco Toto. Dal Prospetto Informativo e dal Regolamento del fondo, entrambi ovviamente sconosciuti agli anziani pensionati, emersero subito alcuni fatti specifici degni di attenzione. Infatti, non era stato segnalato, ed anzi sottaciuto che la fattispecie contrattuale che si apprestavano a sottoscrivere era, peraltro, in “conflitto” con i loro interessi. Era stato omesso pure, di illustrare loro l'acquisto che si apprestavano a fare. Essi non avevano ricevuto, nel contesto contrattuale, la dovuta nota informativa né le condizioni di polizza, né le informazioni riguardo alle prestazioni assicurate, men che meno sapevano che alla restituzione del capitale fossero collegati gli andamenti di titoli strutturati emessi da società quotate in Borsa. Va detto che il concetto di “titoli strutturati” è nozione sconosciuta anche a persone di media cultura. Ma Poste Italiane attraverso i suoi operatori – in spregio alle cautele dovute ai vecchietti ottantenni - procedeva comunque a collocare il prodotto finanziario in questione. Tutti profili che sono stati considerati in maniera del tutto condivisibile dal giudice del Tribunale di Ragusa e che hanno portato alla dichiarazione di risoluzione del contratto intercorso tra i risparmiatori e Poste Italiane S.p.A. con condanna di quest’ultima alla restituzione integrale del capitale originariamente versato oltre interessi, rivalutazione monetaria e spese di lite. Una sentenza la cui portata, per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, avrà riflessi per tutti quei risparmiatori che hanno vissuto analoghe vicende sia presso Poste Italiane che presso altri istituti bancari o d’intermediazione finanziaria come Banca Etruria, Cassa di Risparmio di Ferrara, MPS, e che evidenzia, ancora una volta la carenza dei controlli degli organi deputati tra cui Banca d’Italia e Consob.

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