Runner 26enne ucciso dall'orso? Forse primo caso in Italia

Un giovane insegnate di ginnastica è stato trovato morto nei boschi del Trentino, forse aggredito da un orso

Runner 26enne ucciso dall'orso? Forse primo caso in Italia

Dettagli della notizia

Il 26enne Andrea Papi che stava facendo jogging è stato trovato morto, nella notte tra mercoledì 5 e giovedì 6 aprile, nei boschi di Caldes, nella zona della Val di Sole, in Trentino. Sono in corso accertamenti, ma l’ipotesi più avvalorata è che potrebbe essere stato ucciso da un animale selvatico, forse proprio l’orso Mj5 che aveva già aggredito un turista nella valle Rabbi. Potrebbe trattarsi del primo caso di decesso in Italia causato dall’attacco di un orso. Tra le ipotesi al vaglio dei carabinieri quella che l'uomo sia stato vittima di un'aggressione da parte di un mammifero di grandi dimensioni, molto probabilmente un orso. È da chiarire se il giovane sia stato colto da un malore e, una volta a terra, sia stato dilaniato dall'animale o se sia stato aggredito mentre correva. Il cadavere è stato portato in ospedale per l'autopsia. Per chiarire quanto accaduto sarà sottoposto ad accertamenti anche lo smartwatch per le rilevazione dei parametri vitali che aveva al polso. Se l'esame autoptico dovesse confermare l'aggressione dall'orso, verrà prelevato il dna per capire se l'animale sia lo stesso che, giusto un mese fa, aggredì un 39enne che stava passeggiando con il cane nella stessa zona. La vittima, colpita il 5 marzo, era Alessandro Cicolini e si trovava in montagna con il cane quando l’orso lo ha improvvisamente attaccato ferendolo al braccio e alla testa. Ma l’escursionista riuscì a salvarsi e a chiedere aiuto. L’animale è stato poi identificato, denominato MJ5, un maschio di 18 anni. Il 10 marzo successivo, il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti ha ordinato la sua cattura e l’abbattimento che però, per il momento, non è ancora avvenuto. Un abbattimento contro cui le associazioni animaliste hanno protestato. In passato, tra le Alpi e gli Appennini, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” in 150 anni si erano registrate solo due aggressioni. Intanto è in corso un comitato tecnico per la sicurezza con il presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti e il prefetto.

Immagini della notizia

Documenti e link

X